PALAZZO CIVICO

Faro della Procura sul bando "sospetto"

Presentato un esposto sulla gara di selezione del nuovo direttore di Urban Lab, associazione partecipata dal Comune di Torino. Una procedura che per qualcuno era "pilotata". Dopo il clamore la designazione è saltata per mancanza dei requisiti di tutti i candidati

La Procura potrebbe presto aprire un fascicolo su quel bando “sospetto”, pubblicato ad aprile per selezionare il nuovo direttore di Urban Lab e terminato con un nulla di fatto. Urban Lab è un'associazione partecipata dal Comune di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, nata come spazio pubblico di discussione e confronto per l’elaborazione di idee e progetti sul futuro del capoluogo, a partire da un punto di vista urbanistico. Lo Spiffero denunciò per primo quella gara tanto surreale da sollevare polemiche anche all’interno della stessa maggioranza Cinquestelle (LEGGI). Una selezione per individuare una figura “di comprovata professionalità ed esperienza nell’ambito delle attività svolte dall’Associazione” che possieda “doti di creatività, intraprendenza, visione strategica, capacità di leadership e attitudine a collaborare in modo proficuo con lo staff” era riportato nel bando. Insomma, un professionista di alto livello disposto a prestare servizio “a tempo pieno, con carattere di esclusività” e soprattutto senza la prospettiva di guadagnare il becco di un quattrino. E sì, perché la particolarità di quella selezione era proprio il carattere di gratuità della prestazione.

Il bando è stato pubblicato lunedì primo aprile. In calce la firma della presidente di Urban Lab Elena Dellapiana, designata dall’assemblea dei soci su indicazione del vicesindaco di Torino Guido Montanari. Una gara per molti controversa, a partire da alcuni requisiti specifici, giudicati da qualcuno forse troppo specifici, come quello in cui si richiede che il candidato “avesse esperienza nell’organizzazione di mostre sui temi della città”, ma soprattutto che ne avesse organizzate “almeno cinque negli ultimi cinque anni”. Cinque mostre in cinque anni, questo era uno degli atout indispensabili per poter ottenere l’incarico (gratuito!) a gestire un’associazione tanto strategica per Palazzo Civico. C’è chi pensa a un bando “pilotato” per favorire il personale interno, che in quanto già retribuito, avrebbe potuto assumere l’incarico di direttore anche “gratuitamente”. Magari un modo per confermare l’attuale direttore, Valentina Campana.

La necessità di individuare attraverso gara pubblica il direttore dell’associazione è stata introdotta nel 2018, con una modifica dello statuto voluta dall’amministrazione di Chiara Appendino. Una decisione assunta in nome della trasparenza. Poi è arrivato il bando, le relative polemiche e un epilogo a sorpresa: il 15 maggio scorso, infatti, il consiglio direttivo di Urban Lab ha comunicato che “sono state ricevute 3 candidature” e tutte sono risultate “non idonee”. Nessun incarico assegnato, dunque. L’ente resta acefalo. Ma ora c’è chi vuole vederci chiaro e, secondo quanto si apprende, è stato depositato nei giorni scorsi un esposto in Procura che presto potrebbe portare all’apertura di un fascicolo.