CINQUE CERCHI

Olimpiadi in Piemonte, no di Malagò

Il numero uno dello sport italiano chiude definitivamente la porta a un ingresso di Torino e delle sue montagne nella corsa olimpica. "Abbiamo presentato un dossier basato su Milano e Cortina, non sarei serio se ora dicessi di sì"

Le speranze per il Piemonte di rientrare nella partita olimpica, già ridotte al lumicino, nonostante l’estremo tentativo diplomatico del governatore Alberto Cirio di mettere una pezza alla Waterloo dell’ammistrazione grillina di Chiara Appendino, sono del tutto tramontate. A chiudere la porta, questa volta in modo definitivo, è il presidente Giovanni Malagò. «Sarei molto scorretto e molto poco serio se dicessi sì», ha affermato il numero uno dello sport italiano rispondendo a margine dell’inaugurazione di una scuola di ballo per disabili nel torinese, ai giornalisti che gli chiedevano se Torino, e il Piemonte, possano tornare in corsa per le Olimpiadi invernali del 2026 con Milano-Cortina. «Al momento abbiamo vinto una competizione presentando un dossier, il 24 giugno, con due candidature – ha sottolineato –. Se a distanza di due mesi uno inizia a dire “sposta quello metti quello” non è serio, a meno che non ci siano elementi oggettivi che a questo momento non esistono. Poi è un discorso che riguarda tutti quanti insieme».

Nessuna intenzione di gettare la spugna da parte di Cirio. «La novità è la candidatura del Piemonte per le due specialità (sci alpinismo e chilometro lanciato, ndr) che non assegnano medaglia ma fanno parte delle Olimpiadi, sono all’interno del cartellone dei Giochi. Devono essere proposte dal Comitato organizzatore, noi ci siamo candidati a ospitarle». Il governatore, insomma, non demorde. «Questo – ha spiegato – arricchisce il nostro dossier che rimane valido per la sua oggettiva capacità di dare impianti efficienti e risparmiare risorse economiche. Siamo in un momento in cui i soldi sono pochi e devono essere utilizzati al meglio. Non ci sono particolari novità, è una battaglia aperta. Siamo certi che la ragionevolezza delle nostre proposte aprirà varchi positivi. Ho già parlato sia con il presidente Fontana sia con il presidente Zaia. Ci sono margini per essere fiduciosi», ha aggiunto Cirio.

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