DECLINO

Lavoro in Piemonte, una calamità

Ormai è uno stillicidio quotidiano. La Regione ha annunciato l'intenzione di chiedere lo stato di emergenza. Torino area di crisi complessa è ancora senza soldi. L'allarme del leader Uil Cortese: "Servono iniziative concrete". L'ultimo caso è quello della Martor

“C’è un’emergenza Torino e Piemonte. La regione pullula di situazioni di crisi, finiscono sui giornali le grandi aziende, ma quotidianamente chiudono tante piccole aziende. Dopo la fiaccolata c’è stata una presa di coscienza”. Lo ha sottolineato Gianni Cortese, segretario generale della Uil Piemonte a margine del consiglio confederale, al quale ha partecipato il numero uno della Uilm nazionale, Rocco Palombella. Lo strillicidio è ormai quotidiano: ogni giorno notizie di chiusure, licenziamenti, crisi aziendali, cassa integrazione. Il governatore Alberto Cirio non. più tardi di ieri “ha parlato della necessità di una regia per la crisi. Dobbiamo vedere come si concretizzano le iniziative con i datori di lavoro, gli ammortizzatori sociali, le politiche attive, come si possono utilizzare meglio e con più velocità i fondi europei. È una fase molto complicata. La vertenza Torino andrà avanti cercando di verificare con chi si possono fare alleanze”, ha sottolineato il sindacalista. “Torino – ha aggiunto – è stata riconosciuta area di crisi complessa, ma devono arrivare al più presto i soldi assicurati dal governo”. Cortese ha spiegato che la Uil Piemonte è al “massimo storico” con 9.000 iscritti in più dal 2015 a oggi. Hanno contribuito tutte le categorie, in particolare il commercio, i metalmeccanici e i trasporti, mentre è invariato il pubblico impiego. 

L’ultimo caso è quello della Martor di Brandizzo, che opera nel settore della componentistica auto con una storia quarantennale e occupa 117 dipendenti. L’azienda ha depositato presso il Tribunale di Ivrea domanda di concordato in continuità, ma con l'intenzione di cessare l'attività. Lo ha reso noto ai sindacati durante l'incontro all'Unione Industriale di Torino. Da alcuni anni la Martor attraversa una importante crisi industriale e finanziaria e i lavoratori sono in contratto di solidarietà. Nel frattempo una società concorrente, la T.erre del Gruppo Borghi, con sede nel modenese, si è detta disponibile ad affittare un ramo d'azienda Martor garantendo la prosecuzione dell'attività solo per 45 lavoratori. "Continua inesorabile la crisi industriale del territorio. Alle vicende già note tra cui Cnh, Mahle, Embraco, Alpitel, Comital, Lear, ora si aggiunge la Martor - commentano Edi Lazzi, segretario della Fiom Cgil di Torino e Luca Pettigiani, responsabile della Martor per la Fiom di Torino –. Non è accettabile una soluzione solo per un terzo dei lavoratori: tutti gli attori di questa vicenda devono fare uno sforzo importante e necessario per garantire una continuità a tutti gli attuali dipendenti. Sono programmate le assemblee dei lavoratori ed insieme decideremo le iniziative da mettere in campo per la salvaguardia dell'occupazione".

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