PALAZZO LASCARIS

Con l'autonomia scoppia la festa, più che Natale sembra Carnevale

Tra striscioni, applausi e cori, il centrodestra approva il documento con cui Cirio imbastirà la trattativa col Governo. Ma dopo la pausa pranzo salta il numero legale e pure la discussione su Fca (rimandata a gennaio). "Che figuraccia" - VIDEO

Selfie e inni autonomisti, striscioni e post a raffica sui social. È Natale ma pare quasi Carnevale. A Palazzo Lascaris si festeggia quell’autonomia che da oggi il Piemonte potrà richiedere a Roma, che da mo’ non è più ladrona, ma forse solo un poco tirchia nel concedere più potere alle Regioni che lo chiedono. In verità il Piemonte quella richiesta già l’aveva fatta quando governava il centrosinistra, ma adesso per il Carroccio salviniano – con un Matteo Salvini, in verità mai troppo caldo sulla questione – può rivendicare l’obiettivo raggiunto. Brindando e facendo finta che qualche sorso non sia amaro per aver rinunciato alla bandiera del reclutamento degli insegnanti su base regionale. Il prezzo pagato per avere dalla loro anche il Pd e, ancor più, per evitare la figuraccia di farsi bocciare quella richiesta. Ma l’Autonomia tutte le tristezze si porta via. E dunque festa sia, anche se a tratti pare un misto tra la tifoseria del Borgorosso Footbal club e un addio al celibato con samba casalinga. Ma, diamine, è l’addio a quei lacciuoli centralisti che la Lega di ieri e (un po’ meno) di oggi vuole gettarsi alle spalle.

Già, è solo il primo passo, ma sembra l’epilogo di un’impresa. Il via libera è arrivato con i voti a favore non solo della maggioranza di centrodestra ma anche del Pd e dei Moderati, a dimostrazione di quanto questo testo non si discosti poi così tanto da quello approvato un anno fa dal centrosinistra. Luv, la versione casalinga di Liberi e Uguali, si è astenuto, mentre i consiglieri regionali M5s non hanno partecipato al voto. Forse il meno entusiasta è il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, che sottolinea la differenza con i leghisti (tornati per un giorno in versione federalista) esponendo il tricolore accanto alla bandiera del Piemonte nella foto di gruppo assieme al governatore nel cortile di Palazzo Lascaris, dove una bozza della legge è stata apposta sotto l’albero di Natale come un “regalo per tutti i piemontesi” ha detto Cirio. 

Proprio lui si è premurato che tutti i componenti del gruppo di lavoro apponessero la loro firma, convincendo anche il recalcitrante Marrone. La foto-ricordo, la letterina sotto l’albero, bandiere e striscioni srotolati che manco in curva sud, dopotutto ogni fine d’anno ha la sua recita e così i consiglieri del Carroccio non si sono fatti mancare neanche il canto dell’inno piemontese, Montagne dël mè Piemont di Gipo Farassino, un po’ storpiato un po’ dimenticato come è capitato al capogruppo Alberto Preioni su cui grava il sospetto di non conoscerne neppure una parola.

“È un momento da assaporare nella sua essenza più bella” aveva detto Cirio in aula con il trasporto suadente della nobildonna che faceva la réclame dei Rocher e aveva voglia di qualcosa di buono. Ottima, diranno in coro, l'autonomia. Il presidente poi cita Einaudi, seguito nella memorabilia da Preioni che omaggia il Senatur. Manca la lacrimuccia. Si sprecano i sorrisi. A rovinare tutto ci pensano i soliti piddini:  “Forse il centrodestra, confuso dai troppi festeggiamenti per il Natale, non si è reso conto di aver votato la delibera della giunta Chiamparino – dice il capogruppo Domenico Ravetti –. Sì proprio il testo del centrosinistra senza modifiche e variazioni sostanziali. Che dire: confidiamo che Babbo Natale porti in dono a questa maggioranza un po’ di buon senso. Almeno per il bene dei piemontesi”. 

Festa guastata solo un pochino. Sul ponte sventola la bandiera dell'autonomia. Poi i fatti raccontano che la convergenza del Pd (e con FdI) sulla richiesta del centrodestra è stata resa possibile da un passo indietro della Lega che, su pressing del governatore azzurro, ha accettato lo stralcio dal testo della parte sulla scuola che prevedeva il reclutamento degli insegnanti su base regionale. Nel testo finale quindi la Regione Piemonte non chiederà più di assumere direttamente il corpo docente, limitandosi a fissare gli obiettivi sul numero di insegnanti necessario per ogni anno scolastico. Rispetto al provvedimento adottato dalla giunta Chiamparino, il nuovo testo viene arricchito con la richiesta di regionalizzare una quota del canone Rai, il fondo per la montagna e l'università, la semplificazione delle procedure sul piano paesaggistico, l'organizzazione dei giudici di pace e soprattutto la determinazione dei posti letto in Sanità. Dall'Emilia Romagna viene mutuato il sostegno alle start-up. Ora inizia il confronto con il Governo. E al rientro salta il numero legale dopo la votazione sul bilancio preventivo del Consiglio e con esso salta pure la discussione su Fca, rimandata a gennaio. "Che figuraccia" allarga le braccia un consigliere.