OCCUPAZIONE

Piemonte in cassa integrazione

Le crisi industriali presentano il conto. Tra il 2018 e il 2019 sono aumentate del 14% le ore di cig per i lavoratori. Allarme Biella. Torino la provincia più cassintegrata d'Italia. I dati del rapporto annuale Uil

Che il 2019 sia stato un anno difficile sul versante occupazione e lavoro per il Piemonte lo dimostano le tante crisi in atto, a partire dai casi più gravi come Embraco, Ilva e Mahle solo per fare alcuni esempi. A ulteriore certificazione è arrivato anche il consueto report della Uil sulla cassa integrazione che fotografa un aumento delle ore sia a livello nazionale sia regionale.  Lo scorso anno, in Italia, sono state chieste 259.653.602 ore di cassa integrazione, con una crescita del 20,2 per cento rispetto all’anno precedente. In Piemonte la richiesta è stata di 32.464.616 ore, in aumento del 14% (+10,3% ordinaria, +17% straordinaria, -75,1% deroga). La media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 15.914, con un incremento di 1.950 unità rispetto al 2018. Il Piemonte è stata la seconda regione per numero di ore richieste, preceduto dalla Lombardia.

Quattro le province in cui si assiste a una confortante contrazione delle ore di cassa: si tratta di Asti (-51,6%), Verbania e Cuneo (-51,3%) e Alessandria (-13,8%). Andamento decisamente preoccupante per Biella con un incremento del 321,6%. Male anche Torino (+31,2%) e Novara (+12,4%), mentre la situazione di Vercelli è sostanzialmente stazionaria (+5,2%). Il capoluogo, con 22.927.687 ore, si conferma di gran lunga la provincia più cassaintegrata d’Italia, precedendo Roma (13.272.526) e Milano (13.071.925): situazione che durerà finché in Fca non ripartiranno gli investimenti previsti, con la piena occupazione che si raggiungerà, da programma ribadito nei giorni scorsi alla Regione, non prima del 2022.  

Nella nostra regione, le variazioni percentuali della cassa integrazione per settori produttivi, nel confronto tra 2019 e 2018 hanno visto un incremento dell’Industria (+20,1%) e un totale di tutti gli altri comparti a partire dalla grande malata, l’Edilizia (-39,4%). Migliora anche la situazione nell’Artigianato (-82,8%), Commercio (-31,7%). A causa della preponderanza dell’industria nel tessuto economico piemontese, nonostante le buone performance degli altri comparti, il totale delle ore segna un +14%.

“La crescita delle ore di cassa integrazione non avveniva da tempo. Purtroppo, si confermano le preoccupazioni espresse in questi mesi sullo stato di salute del sistema produttivo piemontese, come confermano i dati relativi al saldo negativo di 1.500 imprese tra aperture e cessazioni di attività – spiega il segretario della Uil piemontese Gianni Cortese –. Preoccupa, in particolare, la crescita della cassa integrazione straordinaria, che non è mai foriera di buone notizie. Servirebbe un piano straordinario di riqualificazione per tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali diventate irreversibili. In questo senso sarebbe importante conoscere con precisione dalle associazioni datoriali i profili professionali carenti nel mercato del lavoro, per favorire la riconversione professionale e, conseguentemente, l’assorbimento dei lavoratori formati”.

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