EMERGENZA SANITARIA

Piemonte in via di guarigione

Da grande malata delle ultime settimane, la regione presenta un'evoluzione positiva dei contagi. L'indice R0 è sotto 0,5 e per l'epidemiologo Vineis siamo sulla buona strada. Gli indicatori dicono che la situazione è sotto controllo

“In generale il Piemonte e Torino stanno andando bene. L’indice R0 è sotto 0,5, e questo significa che il Piemonte sta andando bene, anche rispetto ad altre regioni italiane”. Così l’epidemiologo Paolo Vineis dell’Imperial College di Londra, nella videoconferenza di oggi per fare il punto sulla situazione del Covid-19 con l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi. “Tre indicatori, la curva dei contagi, l’indice R0 e i focolai ci dicono se la situazione è sotto controllo o se dobbiamo prendere misure più incisive. Se aprire o chiudere le attività commerciali dipende dai nostri comportamenti, che influenzano gli indici”. Nell’ultima settimana il Piemonte è sceso sotto i 200 nuovi casi al giorno di positività al Covid-19, con una diminuzione lineare nelle ultime 4 settimane. I tamponi positivi sono diminuiti progressivamente e ora risultano essere il 3% dei tamponi totali, a fronte di una media giornaliera di oltre cinquemila.

In Piemonte “il monitoraggio giornaliero” sul Coronavirus è “un passo avanti importante che ci consente di valutare le aperture o la possibilità di eventuali nuovi ulteriori lockdown, se si verificasse la ripresa dei contagi”, ha aggiunto Ferruccio Fazio, a capo della task force per la Fase 2 nella regione. “Il distanziamento sociale, le protezioni individuali, in primo luogo le mascherine, e la tracciatura dei contatti ci consentono di ridurre i contagi – ha spiegato – ma la situazione richiede un costante monitoraggio. E il monitoraggio giornaliero ci consente di vedere se c’è una ripresa dell’infezione in alcune zone che, in questo caso, saranno chiuse o allertate”. 

Secondo la task force individuata da Alberto Cirio, per tenere sotto controllo l'epidemia non è esclusa la chiusura di aree in cui il contagio dovesse, per diversi motivi, tornare a crescere oltre i limiti di guardia. Attenzione in particolare ai focolai familiari dove avverrebbero, secondo i più recenti studi, l’80% delle trasmissioni del virus, e soprattutto agli asintomatici che per quanto riguarda questa malattia sono un pericolosissimo “vettore”: “Si tratta di un’infezione che si trasmette anche senza sintomi” ha detto il professor Vineis.

Si parla inoltre di un monitoraggio provincia per provincia, incrociando i dati che quotidianamente affluiscono all’Unità di crisi, sulla base di un algoritmo, anche se al momento non esiste ancora una suddivisione del Piemonte in aree omogenee e men che meno una mappa con i territori più a rischio, nonostante siano passati dieci giorni dall’inizio della Fase 2. Dove, con la parziale riapertura stabilita dal Governo, c’è stato qualche segnale di ripresa? Come intervenire? Su questo la Regione è ancora indietro e se dovesse esplodere oggi qualche nuovo focolaio sarebbe probabilmente impreparata a gestirlo. 

print_icon