DISCORDIA ISTITUZIONALE

"Non fermiamo il Riparti Piemonte", braccio di ferro Regione-Governo

La replica all'impugnazione di sei articoli della legge varata dalla giunta Cirio con alcune misure di sostegno economico: "L'impianto complessivo è valido". Di tutt'altro tenore il commento del Pd: "Ve l'avevamo detto, mostrate incompetenza amministrativa"

“Teniamo duro”. La Regione replica al Governo che nel Consiglio dei ministri di ieri notte ha impugnato di fronte alla Corte Costituzionale sei articoli del Riparti Piemonte. “La legge non si ferma; degli 87 articoli che la compongono, sono soltanto 5 quelli su cui il Governo ha richiesto alla Regione dei chiarimenti. Deve essere quindi chiaro che il Bonus Piemonte, il Bonus Turismo, il Voucher Vacanze e tutte le altre misure a favore delle imprese e delle famiglie non hanno subito alcun rilievo del Governo, a dimostrazione della validità dell’impianto complessivo”. È il commento perentorio del governatore Alberto Cirio, nel commentare in una nota ufficiale, con il vicepresidente Fabio Carosso e gli assessori Vittoria Poggio e Maurizio Marrone, la decisione di impugnare alcune norme del la legge assunta ieri sera dal Consiglio dei ministri.

Gli articoli oggetto di impugnazione riguardano il contributo straordinario alle aziende turistiche per il riavvio economico del comparto, la sospensione fino al 31 gennaio 2021 della presentazione delle domande per il rilascio di autorizzazioni per nuova apertura di centri commerciali; alcune norme di semplificazione in campo urbanistico. «Daremo battaglia fino all’ultimo – prosegue la nota della Giunta – perché spiace che si vogliano bloccare risorse necessarie per la ripartenza del turismo, per la tutela dei piccoli commercianti di fronte all’espansione della grande distribuzione e altri provvedimenti per la lotta alla burocrazia, specialmente in campo urbanistico, che sono per noi principi irrinunciabili. E spiace anche constatare che appena una Regione dimostra il coraggio di fare la differenza e anticipare lo Stato nel contrasto alla burocrazia, il Governo centrale si ribelli a questa sfida innovativa per imporre il mantenimento della palude attuale».

Di tutt’altro tenore le reazioni dall’opposizione. «Spiace dire: “Ve l’avevamo detto”, ma in alcuni casi non si può proprio farne a meno – attacca il segretario del Pd piemontese Paolo Furia –. Il fatto che il Governo abbia impugnato con solide motivazioni giuridiche alcuni articoli del cosiddetto Riparti Piemonte la dice lunga sull’incompetenza amministrativa del centrodestra in Regione». «Nel corso della discussione abbiamo più volte evidenziato che nel testo erano presenti profili di illegittimità – afferma il capogruppo dem Raffaele Gallo – ma le nostre parole sono rimaste inascoltate». All’attacco anche il Movimento 5 stelle: «Se la maggioranza avesse accolto i nostri emendamenti, ora il Piemonte non rischierebbe questa pesante stagnazione. Lo stop del Governo era prevedibile, come dimostrano le nostre proposte di abrogazione per presunta incostituzionalità di sei articoli della legge».