TRAVAGLI DEMOCRATICI

Dalla Sala Rossa stop a Salizzoni: "Valorizzare chi è stato in trincea"

La pattuglia Pd in Comune rivendica il proprio operato e per la corsa a sindaco punta sul capogruppo Lo Russo e sul vicepresidente d'aula Lavolta: "Il M5s ha amministrato male e la città la pensa come noi". Movimenti anche tra i civici

“Il Movimento 5 stelle ha amministrato male durante questo mandato e la città la pensa come noi”. Nel giro di consultazioni del Pd di Torino, alla ricerca del candidato sindaco, questo è il giorno del gruppo dem in Sala Rossa, unito nel rivendicare il lavoro di opposizione svolto in questi quattro anni e mezzo, tra “le Olimpiadi perse e gli atti contro la Tav”, che hanno portato i cittadini a una scendere in piazza assieme alle madamin, ma soprattutto a quel tessuto produttivo che dopo aver strizzato l’occhio a Chiara Appendino le ha in parte voltato le spalle. Un messaggio chiaro a chi predica un atteggiamento di apertura nei confronti del partito con cui oggi il centrosinistra condivide la responsabilità del governo del Paese. Non è stato pronunciato il nome di nessuno dei candidati in pectore ma l’indicazione è stata chiara: “Valorizziamo chi è stato in trincea durante questo mandato”. Insomma, un endorsement implicito per il capogruppo Stefano Lo Russo e per Enzo Lavolta, con bocciatura nei confronti di papi stranieri a partire da Mauro Salizzoni, a oggi il più accreditato a contendere lo scettro di candidato del centrosinistra. Una posizione in parte già anticipata allo Spiffero dalla vice-capogruppo Chiara Foglietta e condivisa questa sera con gli altri eletti in Sala Rossa, da Maria Grazia Grippo a Elide Tisi e Lorenza Patriarca. Mentre Mimmo Carretta, che oltre a consigliere comunale è segretario del partito, ha assunto una posizione super partes. 

Un avvicinamento a Lo Russo – a oggi considerato il più forte candidato nella sfida contro Salizzoni in eventuali primarie – si registra anche sul fronte dei civici. L’ex assessore al Bilancio Gianguido Passoni, con cui non mancarono i dissidi durante la seconda parte dell’amministrazione di Piero Fassino, dopo aver non solo accarezzato l’idea di Salizzoni ma addirittura sponsorizzato il nome del chirurgo già questa estate, ora è stato preso in contropiede da Marco Grimaldi che ha avuto l’abilità di intestarsi l’operazione. Di qui l’ipotesi di Passoni di virare sul suo ex collega di giunta, al quale riconosce, se non l’affinità politica (l’uno è legato per ragioni di cuore e di ascendenza alla sinistra cittadina, l’altro ad una ormai lontana radice popolare) certamente la competenza amministrativa. Un passaggio, tuttavia, che va spiegato e fatto digerire alle persone a lui più vicine e per questo avrebbe fatto circolare la voce di una sua possibile discesa in campo in prima persona, passaggio considerato intermedio e prodromico all’adesione a Lo Russo.

Considerazione simile vale per Mario Giaccone, capogruppo in Regione Piemonte, della lista civica che ha sostenuto Sergio Chiamparino nelle ultime due tornate elettorali, che considera certamente più vicino il docente del Politecnico rispetto al chirurgo che a oggi non riesce ad andare oltre la sinistra più classica, sia dentro sia fuori il Pd.