COVID & POLITICA

Ristori a rischio per le Rsa

Una parte delle compensazioni previste dalla Regione Piemonte per le residenze sanitarie derivava dai canoni sulle concessioni idroelettriche. Ma con l'impugnazione di quella legge sfumano 4,2 milioni. Pd all'attacco

Avrebbero dovuto ristorare le casse esanimi delle Rsa e invece i ricavi dalle concessioni sull’idroelettrico in Piemonte non sono disponibili. Si tratta di 4,2 milioni che, per ammissione dello stesso assessore Matteo Marnati in Terza Commissione, piazza Castello non potrà dirottare sulle strutture sanitarie assistenziali pubbliche e private. Alla fine dello scorso anno, infatti, il Governo aveva impugnato la legge delle Regione che stabiliva i canoni per le concessioni rendendo dunque impossibile l’utilizzo di eventuali proventi derivanti proprio da quel provvedimento. “Siamo stati purtroppo facili profeti” dice il capogruppo del Pd Raffaele Gallo che già nei mesi scorsi aveva messo in guardia la giunta sui rischi di quell’impugnazione. Campanelli d’allarme che la giunta scelse di negare a partire proprio dall’assessore Marnati secondo il quale l’impugnativa non avrebbe inciso in alcun modo su quei fondi, essendo essi in capo a un’altra legge, quella precedente la numero 7 all'articolo 17. E invece non era così.  

“È l’ennesima brutta notizia per le Rsa del Piemonte che non hanno ancora ricevuto i ristori approvati dal Consiglio regionale il 20 gennaio e che hanno quasi il 30 per cento di posti vuoti” attacca la consigliera dem Monica Canalis. Così sfumano 4 milioni di ristori sui 40 milioni complessivi previsti dal provvedimento regionale. “La Giunta Cirio – conclude Canalis – nel 2020 non ha protetto le Rsa e ora, nel 2021, sembra volerle lasciar chiudere”.