VERSO IL VOTO

Moderati sull'orlo di una crisi di nervi, Portas minaccia gli alleati

L'aut aut alla coalizione guidata da Lo Russo: Il centrosinistra metta per iscritto il suo no all'alleanza con i 5stelle, altrimenti "ci vedremo costretti a compiere altre scelte". Solito gioco ad alzare il prezzo o pretesto per rompere e correre in solitaria?

È stato l’unico a incontrare ufficialmente Chiara Appendino (ricordate il bacio della pantofola a Palazzo civico?), poi ha trattato sottobanco con Paolo Damilano e infine ha flirtato con Carlo Calenda e Italia Viva ventilando l’ipotesi di un terzo polo. Ora chiede una prova di verginità agli alleati e batte i pugni al tavolo del centrosinistra: “I Moderati sono pronti a sostenere il candidato sindaco Stefano Lo Russo, come avviene ormai da 16 anni. Considerate però le continue esternazioni da parte di esponenti del centrosinistra che invitano all’accordo coi 5stelle, ci vediamo costretti a richiedere che venga ribadito su un documento scritto il No all’alleanza col Movimento, in Comune come nelle Circoscrizioni. Se questa chiarezza non ci sarà ci vedremo costretti a compiere altre scelte”. Questa è la nota ufficiale con cui Giacomo Portas, per tutti Mimmo, mette nero su bianco l’aut-aut pronunciato ieri pomeriggio alla riunione di coalizione.

Un tentativo, secondo molti estremo e disperato, di far valere il proprio peso in uno schieramento che, pur tra mille problemi, sembrava avviato a chiudere positivamente gli ultimi accordi su liste e presidenze di Circoscrizioni. “Allora, lo firmi questo documento?” ha chiesto un esagitato Portas a Lo Russo, dopo aver battibeccato con Marco Grimaldi, brandendo un foglio in cui il candidato sindaco avrebbe dovuto sottoscrivere un impegno a non intavolare nessun dialogo con i pentastellati, né al primo né al secondo turno, e neanche nei quartieri. Una richiesta non solo irrituale ma di fatto “irricevibile”, volta, secondo i sospetti di molti presenti, a far saltare il banco. Che Portas stia cercando di creare un incidente, un pretesto per rompere e avere così una giustificazione per correre da solo? Perché questa è l’unica “altra” scelta che, dopo aver mercanteggiato con quasi tutto l’arco costituzionale, resta ai Moderati. “Con loro si perde, tanto vale andare da soli”, avrebbe confidato ai suoi pur non nascondendo il rischio di una campagna elettorale che per farsi largo nell’inevitabile polarizzazione richiede ingenti mezzi, anche economici.

Siamo davvero a un passo dall'ultimo strappo, dopo che nei giorni scorsi c’era stato un tentativo di ricucitura? O siamo di fronte alla solita sceneggiata, l’ennesimo penultimatum? Il problema è che a forza di trattare e alzare il prezzo la credibilità è seriamente compromessa e lo stesso capo dei Moderati è ormai inviso a buona parte dei suoi reali e potenziali interlocutori (chiedere dalle parti di Damilano). Darà seguito alle minacce? “Faccia quello che vuole, non possiamo passare le nostre giornate a correre dietro al signor Portas” alza le spalle uno dei suoi (ex?) alleati.

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