PALAZZO CIVICO

"Mai un Governo così vicino a Torino"

Il ringraziamento non solo formale di Lo Russo a Draghi nel giorno della firma del Patto per la città e qualche frecciatina a chi c'era prima: "Il premier ha ridato autorevolezza internazionale all’Italia e sta provando a riformare questo paese"

Una toccata e fuga per Mario Draghi: un confronto a porte chiuse con il sindaco Stefano Lo Russo e la sua vice Michela Favaro, il suggello del Patto per Torino nella cerimonia in Sala Rossa, la visita al Sermig di Ernesto Olivero e poi alla Nuvola, quartier generale di Lavazza, esempio di rigenerazione urbana. Sono giorni complessi per il premier, che infatti ha esordito nel suo intervento sulla crisi Ucraina: “L’Italia e l’Unione Europea sostengono il popolo ucraino, in lotta per la pace e per la libertà” ha detto ribadendo l’unità d’intenti con gli altri partner europei e la necessità che Putin fermi la guerra.

Grazie a questo accordo il Comune di Torino otterrà 1,1 miliardi di qui ai prossimi 20 anni di cui 70 milioni già nel 2022. Un contributo che consentirà al sindaco una navigazione decisamente più serena rispetto a chi l'ha preceduto al piano nobile di Palazzo civico e per questo non ha mancato di esprimere anche pubblicamente il suo ringraziamento nei confronti del governo e in particolare del premier Draghi. Non solo per le risorse dirottate su Torino ma anche perché “ha ridato autorevolezza internazionale all’Italia e nonostante le difficoltà di un sistema politico e partitico troppo spesso non all’altezza delle sfide del Paese, continua a dimostrare visione, capacità di guida e leadership”. “Grazie per come ha gestito la crisi pandemica – ha proseguito il sindaco –. Perché ha fatto tornare importante il valore della competenza nel servire la cosa pubblica. Perché sta provando a riformare questo Paese: le grandi riforme richieste dal Recovery, fondamentali per l’attuazione degli interventi e descritte nel piano Italia Domani. Riforme, come sappiamo, non semplici. Mai come in questo momento – ha concluso – il Governo è vicino alla Città di Torino. Tocca a noi dimostrare di essere all’altezza di questa fiducia. Ce la metteremo tutta”. Ogni ringraziamento sembra una frecciatina a chi c'era prima, all'autorevolezza internazionale che forse è mancata, al valore della competenza forse smarrito.

Draghi, accompagnato in questa visita dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, ha apprezzato e un po' si è schernito: “Il sindaco Lo Russo mi ha coperto di complimenti che non so se veramente merito e secondo me non è ancora l'ora”. Poi ha parlato del capoluogo piemontese: “La cerimonia di oggi è un’occasione per pensare insieme il futuro di Torino, perché risponda con inventiva e coraggio alle trasformazioni del nostro tempo, come ha saputo fare in passato” ha detto Draghi il quale ha spiegato che “il Governo vuole accompagnare i cambiamenti nati in città verso obiettivi di lungo termine, e – ha sottolineato – insisto su progetti nati qua”.

Guardando al passato, ha detto il presidente del Consiglio, “penso all'integrazione delle centinaia di migliaia di persone arrivate in città, soprattutto dal Sud, tra gli anni ’50 e gli anni ’70. Ai progetti di rigenerazione urbana, in particolare degli anni Novanta, che hanno dato nuova energia a interi quartieri e portato al recupero di zone che erano industriali. Alla metamorfosi della città in un polo turistico e culturale – con i Giochi olimpici invernali del 2006 e le fiere d’arte, di letteratura. Come ha detto il sindaco Lo Russo, Torino è stata spesso un laboratorio dove ricercare soluzioni innovative a cambiamenti epocali. Questa è la storia di Torino e vogliamo che continui ad esserlo”. “Voi torinesi, in particolare i più giovani – ha proseguito Draghi – avete mostrato di saper reinventare la vostra città in una direzione più solidale, più sostenibile. Di voler lavorare in industrie innovative ‘dove domina il progresso, dove si fa luce la bellezza’, come diceva Adriano Olivetti. Più volte siete riusciti a incidere in modo positivo e concreto sulle politiche pubbliche. A voi torinesi, rivolgo un appello: continuate a unire le vostre intelligenze e a dedicare il vostro entusiasmo a questi obiettivi. I prossimi anni devono segnare l’inizio di una nuova sperimentazione. Per Torino, e per tutta l’Italia”.

Infine si è concentrato sul Pnrr e sulle modalità di gestione di queste risorse: “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’importante opportunità per investire nel futuro di Torino e del Piemonte come delle altre parti d’Italia. A differenza di molti progetti del passato, imposti dall’alto senza un confronto con le comunità, il Governo vuole dare risposte alle esigenze manifestate dai cittadini”.