SANITÀ DEL FUTURO

Parco della Salute, "tutto sbagliato, rifacciamo almeno le Molinette"

L'area individuata, l'ex Fiat Avio, è troppo piccola per poter ospitare i quattro ospedali, le attività didattiche e di ricerca. Per l'Ordine dei medici di Torino se non si può cambiare collocazione non resta che abbassare le aspettative e modificare il progetto

“Facciamo almeno le Molinette 2”. L’appello, dopo il progressivo ridimensionamento del progetto del Parco della Salute di Torino, con lo scorporo prima del Cto, poi del Regina Margherita e infine di buona parte del Sant’Anna, arriva dall’Ordine dei Medici. “Quanto sta avvenendo – si legge in una nota – è la prova di quanto era chiaro fin dall’inizio” e cioè che “l’area dell’ex Fiat Avio non era sufficiente a ospitare tutti gli ospedali dell’attuale Città della Salute”. Secondo la massima rappresentanza dei camici bianchi il problema è legato all’area scelta dalla precedente legislatura per la realizzazione dell’opera al punto da chiedersi “se davvero non sia possibile trovare un sito più idoneo”. E in alternativa “prendiamo atto e rifacciamo almeno le Molinette”.

Dall’avveniristico piano di un centro d’eccellenza per la medicina ad alta intensità, la ricerca e la didattica, al minimo sindacale. Questa è la posizione dei medici, che peraltro avevano manifestato le proprie perplessità già un anno fa quando definirono “inadeguato” il progetto varato dalla giunta di Sergio Chiamparino. “Il primo errore, il più rilevante, quello che ha determinato tutto quanto è accaduto dopo – si legge nella nota ufficiale dell’Ordine – è stato la scelta dell’area: ex Fiat Avio, un’area angusta, ristretta tra via Nizza, il Lingotto, la Ferrovia e il grattacielo della Regione, dove il nuovo ospedale nel quale si sarebbe concentrata l’attività dei vecchi presidi, non poteva avere più di 1.040 posti letto in tutto, rispetto agli oltre 1.700 esistenti in origine”.

Motivo per cui il presidente Guido Giustetto ritiene giustificati sia lo scorporo del Cto – “il cui edificio sarebbe stato trasformato, in modo a dir poco temerario, in un ospedale generalista perdendo definitivamente la sua natura di centro traumatologico e il collegamento anche fisico con l’Unità Spinale più grande d’Italia” – del Regina Margherita, “rivendicando una specificità e un ammodernamento già avvenuto o in corso dei suoi spazi che rendevano inutile”, e infine il Sant’Anna. Anche in questo caso il ripensamento, secondo i medici, è sacrosanto: “Meglio che si unisca al Regina Margherita in una nuova azienda da istituire come Polo Materno-Infantile, dividendo l’ostetricia dalla ginecologia e forse scorporando da quest’ultima la specialistica oncologica”.

Insomma, secondo l’Ordine bene ha fatto questa amministrazione regionale a ridimensionare drasticamente il disegno originario. Un progetto “veramente lontano rispetto alle idee di partenza”. Ma d’altronde “che quelle idee fossero un sogno l’avevamo temuto, da quando fu nota la scelta dell’area e il ridimensionamento dei posti letto. Avevamo anche documentato in più occasioni gli aspetti critici del progetto e come gli obiettivi grandiosi, in quelle condizioni, non fossero né realistici né raggiungibili”. A questo punto, di quell’ambizioso piano rischia di rimanere ben poco: il colpo di grazia probabilmente arriverà presto con il probabile ritiro degli ultimi due raggruppamenti di imprese – Siram (Salini Impregilo) e Sias della famiglia Dogliani – dal dialogo competitivo. E secondo i medici torinesi, viste le premesse, non è un male.

L’auspicio dell’Ordine, già espresso in passato, sarebbe un ripensamento rispetto a quello che definisce “il peccato originale”, cioè la scelta dell’area ex Fiat Avio, in caso contrario, secondo il presidente Giustetto sarebbe una buona notizia almeno la realizzazione del Molinette 2, così da superare una struttura ormai vecchia di 90 anni e che necessità di 15-20 milioni di manutenzioni ogni anno.