RETROSCENA

Fronda in Torino Bellissima: "Pronti a lasciare Damilano"

Terremoto in vista nella formazione civica dell'ex candidato sindaco. Iannò scrive un post sibillino: "Esperienza finita" e invoca "credibilità e coerenza". Ma non è l'unico a manifestare disagio: "Siamo alla deriva, il capitano pensa solo per sé"

Il messaggio per quanto sibillino sembra lasciare pochi margini all’interpretazione: “Venerdì il grande giorno… esperienza terminata… si riparte… come sempre più forti di prima… CREDIBILITÀ COERENZA”. Autore del post pubblicato sui social è Pino Iannò, secondo eletto in “Torino Bellissima” la lista dell’ex candidato sindaco di Torino Paolo Damilano. E proprio all’imprenditore acqua&vino scelto dal centrodestra, poi dallo stesso ripudiato dopo la sconfitta, sembra riferirsi il consigliere comunale quando scrive di “esperienza terminata”. Non è un mistero, infatti, che Iannò sia tra coloro che hanno vissuto con crescente disagio la conduzione del gruppo in Sala Rossa e guardato con preoccupazione l’affannosa ricerca di uno scranno parlamentare da parte di Damilano, mostrando una certa indifferenza persino agli schieramenti (dopo aver trovato la porta chiusa con Salvini ha bussato un po’ a tutti, da Calenda a Toti, a Renzi).

A Palazzo civico, seduti nei dehors dei due bar della piazza, eletti e sostenitori della formazione civica parlano senza reticenza di “delusione” di fronte a comportamenti che definiscono “ambigui” e velleitari. Sarà l’aria di questa politica balneare, ma si sprecano le metafore marinaresche: “Siamo stufi di navigare a vista, condotti da un capitano senza rotta che privilegia i suoi approdi. Non vogliamo andare alla deriva”.

Cosa succederà venerdì? Iannò non si sbottona limitandosi a confermare di aver convocato la seconda call alle dieci di mattina tra gli oltre cento iscritti a “Libero Pensiero”, l’associazione dalla neppur troppo vaga assonanza massonica da lui presieduta, grembiulino non nascosto. Secondo molti è la premessa dello strappo con Damilano dopo settimane di confronti, anche piuttosto aspri tra i due. Se così fosse, dopo l’abbandono di un folto gruppo di consiglieri di Circoscrizione lo scorso giugno, si aprirebbe una faglia profonda anche tra i banchi in Sala Rossa, ipotecando il futuro di Torino Bellissima.