PALAZZO CIVICO

Torino non è più Bellissima,
Iannò dice addio a Damilano

Duro j'accuse del consigliere comunale che passa al gruppo misto: "Manca visione strategica e condivisione delle scelte". La sua è l'ultima di una lunga serie di defezioni. Alla vigilia delle elezioni l'imprenditore ha cercato, senza successo, una candidatura al parlamento

Non c’è pace per Paolo Damilano. A meno di un anno dalle urne in cui entrò sindaco e uscì consigliere comunale, l’imprenditore acqua & vino continua a perdere pezzi per strada e la sua creatura, Torino Bellissima, rischia di sfaldarsi prima ancora di arrivare alle Regionali del 2024, il suo prossimo obiettivo politico. L’ultimo a levare le tende è stato Pino Iannò, secondo eletto con oltre 600 preferenze, con alle spalle una lunga corvée politica (è stato in passato consigliere provinciale con Forza Italia). Un abbandono che priva la lista civica dell’esponente con più esperienza, come si è visto in questo primo scorcio della consiliatura in cui gli eletti di Damilano hanno faticato non poco a incidere nei lavori d’Aula e nelle Commissioni.

Si tratta del primo rappresentante in Sala Rossa ad abbandonare Damilano, dopo il lungo elenco di consiglieri di quartiere che hanno alzato i tacchi dopo la sua rottura con il centrodestra. “Ormai l’evidente difformità di azione e visione politica mi conduce a fare una scelta” afferma Iannò nella sua lettera di commiato. “Dopo un momento di riflessione e valutazione – prosegue – ho deciso di cambiare passo e aderire al Gruppo misto di minoranza, che si chiamerà Torino libero pensiero”. Un nome che evoca quel mondo di cazzuole e grembiulini cui Iannò non fa mistero di appartenere.

E mentre Iannò si mette a pensare “liberamente”, in Torino Bellissima ci si interroga ora su che fare e come procedere. Tra le truppe cresce un certo disorientamento: dopo che il capo ha rotto con Matteo Salvini, inciuciato con Giovanni Toti, litigato con Carlo Calenda ed essere stato snobbato da Matteo Renzi quali saranno le prossime mosse? Qual è il ruolo che potrà interpretare una lista che a distanza di un anno scarso ha già perso buona parte dei suoi eletti? Fermo restando che pare utopia anche il progetto, vagheggiato nei mesi scorsi da Damilano, di una Italia bellissima, cioè una federazione delle liste civiche sparse lungo tutto lo Stivale. “Manca purtroppo all’interno della lista civica una visione strategica di cosa si voglia far diventare la città e senza progetti strutturali – conclude Iannò – non si percepisce quali azioni  e quali direzioni si vogliano intraprendere. Fare politica, significa, condividere ogni singola azione per arrivare a una decisione comune”.

Una defezione che sembra non turbare più di tanto Damilano che reagisce con fairplay all’abbandono del suo vicecapogruppo: “Oggi per noi è un giorno triste. Lascia il nostro gruppo un amico, una persona per bene e un buon amministratore. Da tutti noi i migliori auguri a Pino Iannò per il prosieguo del suo impegno. Siamo certi che la nostra amicizia non verrà meno e non sarà in alcun modo turbata da differenti scelte politiche”.