ECONOMIA DOMESTICA

L'industria cresce, ma rallenta

Nei primi sei mesi dell'anno la produzione manifatturiera piemontese segna un +4,5% sull'anno precedente. Pesa l'incertezza dello scenario internazionale e i conseguenti costi sostenuti dalle aziende. Torino è l'anello debole della regione

L’industria manifatturiera in Piemonte continua a crescere nonostante la crisi (+4,5% nel I semestre 2022) con un boom nelle esportazioni grazie al settore aerospaziale (+44,4%). Ma lo fa con numeri più contenuti a causa dell'incertezza dello scenario internazionale e dei conseguenti costi sostenuti dalle aziende. È questa la fotografia scattata da Unioncamere Piemonte per il settore manifatturiero regionale nel periodo aprile-giugno 2022 e più in generale nel primo semestre di quest’anno. Tutti i principali settori della manifattura regionale hanno esibito nel II trimestre 2022 una crescita della produzione industriale, ad eccezione dei mezzi di trasporto che scontano il confronto con mesi di sviluppo straordinario.

In particolare il dato è più forte nel tessile/abbigliamento (8,9%) e da elettricità e alimentare (entrambi al 6,4 per cento). Dopo il ritardo nella ripresa dalla crisi, la performance più intensa è stata quella della filiera tessile, che ha evidenziato un aumento della produzione dell’8,9%. Al secondo posto per intensità d'incremento della produzione si trova il comparto dell'elettricità ed elettronica e la filiera alimentare, entrambi con una crescita del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Evidenziano una variazione superiore alla media regionale del periodo anche la meccanica (+4,3%) e le industria del legno e del mobile (+4,0%). Le aziende della chimica/plastica segnano un incremento della produzione del 2,9%, le industrie dei metalli seguono con un +2,0%. Le aspettative degli imprenditori piemontesi si fanno più caute confermando la crescente preoccupazione rispetto al futuro di breve periodo su cui pesano numerose incognite, in primis le forniture di gas e il prezzo dell'energia. Ne consegue una riduzione del clima di fiducia complessivo che passa dal 103,1 registrato nel I trimestre 2022 al 87,3 attuale. In particolare, grava sul peggioramento delle aspettative la previsione relativa al fatturato e quella sulla produzione; tengono meglio le aspettative sugli ordini complessivi. 

Sul fronte delle province, è in particolare Biella a crescere con un +9,4%. Segue poi Alessandria con un +5,6%, mentre Torino è al 3,4% (uno dei dati più bassi a livello regionale). Il grado di utilizzo degli impianti (69,8%), pur subendo un leggero rallentamento, si mantiene su livelli pre-pandemici, già riconquistati a fine 2021.

“I risultati di questo trimestre ci restituiscono un Piemonte che continua a difendersi bene alle varie sfide nazionali e internazionali che, purtroppo, deve continuare a fronteggiare”, ha affermato il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia.

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