TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd a caccia del candidato unico

In Piemonte l'obiettivo è di evitare la conta, ma vallo a trovare un nome che vada bene a tutti. Si parla dei consiglieri regionali Rossi e Ravetti, ma anche Gribaudo scalpita. Sinistra divisa, sabato l'assemblea regionale per la modifica della statuto

Almeno a parole tutti vogliono un candidato unitario: “Inutile dividerci a un anno e mezzo dalle regionali e con quest’aria che tira”. Il vento freddo che soffia da Bruxelles, con l’inchiesta che travolge pezzi grossi del centrosinistra, si è già trasformato nell’ennesima bufera mediatica che rischia di travolgere il Pd proprio mentre è impegnato in un congresso costituente che non scalda i cuori neanche dei più idealisti. Nevica su Torino mentre correnti e capataz  affondano nel pantano. Sabato 16 l’assemblea regionale del partito ratificherà le modifiche dello statuto che porterà a due – proprio come a livello nazionale – il numero massimo di candidati alle primarie. La prima scrematura avverrà nelle convenzioni attraverso le votazioni degli iscritti. Meccanismi bizantini di un partito che, come nelle peggiori burocrazie, bada alle procedure più che al risultato.

Le dinamiche del congresso nazionale s’intrecciano con quelle locali e mentre il quadro a Roma va semplificandosi attorno a due candidati, a Torino si tratta per evitare la conta. Con Stefano Bonaccini è schierata la gran parte degli amministratori, con Elly Schlein un pezzo della sinistra e l’ex ministro della Cultura Dario Franceschini, che tuttavia in quest’impresa ha perso per strada un pezzo dei suoi sodali di AreaDem. In Piemonte ancora non è chiaro chi stia con l’ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna: in attesa che si esprima Andrea Orlando resta ferma anche la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, mentre il deputato Andrea Giorgis attende nuove da Gianni Cuperlo che da giorni medita si arrovella. È una sinistra tormentata quella che, dopo aver avuto il partito in pugno con Nicola Zingaretti e (paradossalmente) ancora di più con Enrico Letta ora rischia di dividersi e ritrovarsi marginale. Schlein non convince il gruppo dirigente e lo dimostra la freddezza di tanti di fronte alla sua discesa in campo. “Finiranno tutti lì” vaticina un supporter di Bonaccini.

Oggi i sostenitori torinesi del governatore emiliano-romagnolo s’incontrano per una riunione organizzativa nel quartier generale di via Coppino. A lui hanno assicurato il sostegno il deputato Mauro Laus e il senatore un tempo lettiano, poi renziano, poi di nuovo lettiano Enrico Borghi, oltre a una nutrita pattuglia di consiglieri regionali capitanati dal vicepresidente di Palazzo Lascaris Daniele Valle e dal capogruppo Raffaele Gallo. Ma sono tanti quelli che ancora restano sospesi: dalla parlamentare cuneese Chiara Gribaudo, corrente Giovani Turchi (che non è ancora su Bonaccini nonostante lì sia già approdato Matteo Orfini, ma neanche si è espressa per Schlein verso la quale all’inizio strizzava l’occhio), l’ex europarlamentare Daniele Viotti, che vede Schlein come un approdo naturale per via delle comuni battaglie sui diritti civili, ma senza troppo entusiasmo; e poi i due “Mimmo” di Palazzo Lascaris: Ravetti di Alessandria e Rossi di Novara. Proprio questi ultimi due sarebbero anche i nomi che circolano con maggiore insistenza per una possibile segreteria unitaria del Pd piemontese. Entrambi afferenti alla sinistra del partito, ma con buone entrature nell’area riformista, provenienti tutti e due da quel Piemonte orientale su cui il partito dovrà iniziare a lavorare per evitare un’altra Caporetto alle regionali del 2024. Su Rossi, in particolare, sembra puntare un pezzo del partito torinese, dopo il niet di Valle alle lusinghe di Laus. La fuitina di Rossi con Brando Benifei pare già conclusa e lo status di apolide potrebbe rappresentare un atout in questa corsa. 

Nessuno vuole la conta, ma c’è chi già la minaccia. “I circoli avranno giustamente un peso nell’iter congressuale, ma non decideranno da soli il nuovo segretario regionale. Se non si trova una figura unitaria, si va a primarie (aperte) anche per il segretario regionale” avverte Monica Canalis, quasi a voler sottolineare la necessità che al tavolo sia assicurato un posto anche per lei altrimenti… Altrimenti la bile prodotta da Stefano Lepri in quantità industriale dopo la mancata rielezione in Parlamento potrebbe essere messa a disposizione di una sua corsa in solitaria, forse solo per rompere le uova nel paniere. Dopotutto i due lo hanno già fatto quattro anni fa scompaginando quel che restava di una sfilacciata componente renziana.

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