Editoria: morta Viglongo, rilanciò Salgari e De Amicis

L'editrice e libraia antiquaria Giovanna Spagarino Viglongo, fondatrice nel 1945 con il marito Andrea Viglongo (1900-1986) della casa editrice Viglongo, marchio storico del Piemonte con un vasto catalogo a carattere regionale e al tempo stesso artefice del recupero di pagine dimenticate della grande letteratura da Emilio Salgari a Edmondo De Amicis, è morta a Torino all'età di 99 anni. L'annuncio della scomparsa dopo una "lunga e operosa vita" è stato dato oggi dalla figlia Franca e dal nipote Enrico, precisando che i funerali si terranno sabato 17 dicembre presso il Tempio Crematorio di Torino alle ore 14,35. Titolare della Libreria Antiquaria Viglongo di Torino, in via Genova, punto di riferimento per autorevoli bibliofili del calibro di personalità come Luigi Einaudi e Umberto Eco, tra edizioni e ristampe nel corso di oltre 70 anni la Viglongo Editori è giunta a pubblicare circa 800 titoli, che spaziano dalla letteratura avventurosa (Salgari, Verne, i classici Defoe, Kipling, Swift) a quella alpinistica (Rey, Whymper, Mummery), dall'arte, archeologia, architettura, alla manualistica tecnico-divulgativa, veri strumenti di lavoro. Sempre all'insegna dei due filoni intrecciati, l'interesse regionale e la vocazione popolare, Viglongo Editore ha ridato vita a testi di Vittorio Alfieri, Guido Gozzano, Carolina Invernizio, Augusto Monti, Alberto Viriglio, ha pubblicato tutti i romanzi storici di Luigi Gramegna, l'intera produzione poetica in piemontese di Nino Costa, Angelo Brofferio e Ignazio Isler, i romanzi di Luigi Pietracqua e, per 40 anni, l'Almanacco Piemontese, ideato nel 1969 e lodato dal filosofo Norberto Bobbio. Nata a Nizza Monferrato (Asti) il 2 novembre 1923, Giovanna Spagarino è stata la compagna e poi la moglie di Andrea Viglongo, il libraio editore amico d'infanzia di Piero Gobetti e collaboratore della "Rivoluzione Liberale", discepolo e collaboratore di Antonio Gramsci all'"Ordine Nuovo", con un passato da giornalista militante e come studioso della lingua e cultura subalpina. Andrea Viglongo ha legato il suo nome a quello di Nino Costa, che si può considerare per eccellenza il cantore di Torino e del Piemonte: il più conosciuto e il più amato dei poeti in piemontese che a Torino, dove morì il 5 novembre 1945, dedicò bellissime liriche. Andrea Viglongo e Giovanna Spagarino si erano incontrati nel 1937, lui aveva 37 anni e lei 14. Da quel momento le loro vite si sono incrociate, prima per lavoro e poi per amore. E per una passione civile e politica che non è mai finita.
 
La casa editrice Viglongo, sorta nel 1945 pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale con vocazione regionale, ha dedicato al Piemonte e a Torino - nel più largo senso culturale, storico, folcloristico - fondamentali opere quali l'originale collana degli Inviti: al Monferrato, alle Langhe, alla Collina Torinese e al Canavese, cui sono state affiancate le Valli di Lanzo e d'Aosta e le storiche opere su Torino di Davide Bertolotti e Carlo Promis. Sempre nell'ambito della cultura regionale ha svolto opera di divulgazione con la pubblicazione dei romanzi storici di Luigi Gramegna e di Luigi Pietracqua, quest'ultimo in lingua piemontese, valorizzando uno sconosciuto patrimonio e stimolando gli studi particolarmente con la pubblicazione annuale dell'Almanacco Piemontese. Ma la Viglongo non si è limitata alle pubblicazioni di interesse locale; vanno difatti ricordati i cento titoli della collana letteratura d'avventura (con le splendide edizioni di Salgari, Motta, Verne); i classici della letteratura di montagna; le collane di testi classici per ragazzi tra cui il capolavoro di Giovanni Bertinetti "Le orecchie di Meo" con le illustrazioni di Attilio Mussino, definito da Umberto Eco "pietra miliare nella storia dell'illustrazione per l'infanzia". Dal 1990 la Viglongo ha realizzato, al ritmo di un paio di volumi all'anno, la collana Salgari & Co., più adeguata alle raffinate esigenze dei lettori di oggi e che nel contempo si riallacciava alle origini della casa editrice: la riproposta dei testi - in prevalenza salgariani - riportati alle stesure originali senza mutilazioni censorie, arricchiti da notizie, testimonianze e materiale iconografico d'epoca, in volumi anche tipograficamente molto curati ed eleganti. Ampi saggi di valenti studiosi introducono i "ragazzi di ieri" alla rilettura, in chiave di rivisitazione culturale, dei classici della letteratura avventurosa. 

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