TRAVAGLI DEMOCRATICI

Fassino stavolta non fa profezie, Bonaccini (forse) l'ha scampata

Memore delle previsioni del passato, l'ex sindaco di Torino rifugge i pronostici, persino sull'affluenza ai gazebo. "Nessun partito mobilita così tante persone". E sull'esito è prudente: "È una competizione vera, le altre volte ratificavamo scelte già prese"

Delle sue (infauste) profezie porta da anni la croce e questa volta Piero Fassino se ne guarda bene. Non solo evita di annunciare chi prevarrà nella sfida tra Stefano Bonaccini ed Eddy Schlein per la segreteria nazionale del Pd ma addirittura si sottrae dal pronosticare sull’affluenza ai gazebo. Non che l’ex sindaco di Torino e ultimo segretario dei Ds non abbia espresso la sua preferenza: sostiene convintamente il governatore emiliano, una scelta talmente ponderata da aver rotto l’asse con Dario Franceschini, mandando in frantumi AreaDem, la corrente per lungo tempo “centrale” negli equilibri interni al partito.

“Non voglio fare previsioni sulla partecipazione, in ognuna delle ultime tornate elettorali c’è stata una riduzione; tuttavia, nei congressi dei circoli del Pd hanno partecipato 15milapersone”, ha dichiarato in un’intervista a Tgcom24. “Nessun partito mobilita così tante persone in presenza, è un esercizio di democrazia senza parti” ha aggiunto Fassino, uno dei padri fondatori del Pd. Chi trionferà tra Bonaccini e Schlein? “Che fosse una vera competizione lo sapevamo fin dall’inizio, la differenza rispetto alle precedenti primarie è che in passato ratificavamo una scelta in larga parte scontata. Stavolta c’è una competizione aperta con Bonaccini che parte leggermente avvantaggiato considerato il voto dei circoli. C'è da dire che Bonaccini è il presidente dell’Emilia-Romagna che è la Regione meglio amministrata d’Italia”. Di più il Lungo non dice, anche se in cuor suo fa il tifo per il Bruce Willis di Campogalliano, secondo il soprannome che gli affibbiò sette anni fa Matteo Renzi.

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