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"Lo Russo, esci dal bunker"

Il grillino Russi prova a stanare il sindaco di Torino e mette il dito nella piaga dopo il crollo della popolarità fotografato dall'indagine di Noto per il Sole 24 Ore. Ma lui non si scompone: "La rotta è tracciata, stiamo uscendo da 20 anni di declino"

“Un disastro acclarato e che imporrebbe un repentino cambio di direzione”. Il primo a mettere il dito nella piaga dopo la pubblicazione della classifica di gradimento dei sindaci sul Sole 24 Ore, che vede il primo cittadino di Torino Stefano Lo Russo precipitare in 47ª posizione, è il capogruppo del Movimento 5 stelle Andrea Russi. Lo definisce come “un sindaco rinchiuso nel Palazzo, impercettibile per i torinesi e forse è meglio così, che non si fida di nessuno se non di Alberto Cirio e della sua capa di gabinetto” e che “ha bruscamente interrotto la collaborazione col suo storico portavoce”. Il riferimento è alla rottura, avvenuta nelle settimane scorse, con Ivan Notarangelo, che in precedenza aveva lavorato anche con Mercedes Bresso, Davide Gariglio e Piero Fassino e che lo aveva accompagnato sin dai giorni della campagna elettorale.

I numeri sono impietosi: non solo il 47° posto nella classifica del gradimento personale, ma anche i 5,7 punti persi rispetto al 59,2 ottenuto nel 2021, anno dell’elezione e i 3,5 punti in meno rispetto allo stesso sondaggio dell’anno scorso, che l’hanno fatto crollare di 32 posizioni. Insomma, ribadisce l’esponente pentastellato “servirebbe un cambio di direzione, ma sembra che l’unico a non averlo capito sia proprio il sindaco Lo Russo”.

E infatti dopo pochi minuti il primo cittadino non pare turbato dai risultati dell’indagine condotta dall’Istituto Noto Sondaggi: “Prima di tutto sono contento che la maggioranza delle persone intervistate diano fiducia all’amministrazione” dice, cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno. “Ho sempre trattato queste indagini per quello che sono, cioè delle basi statistiche, e sia quando sono positive sia quando sono negative le considero utili strumenti per cercare di fare sempre meglio che è quello che stiamo cercando di fare” prosegue Lo Russo. Per quanto riguarda il suo caso, aggiunge “Torino esce da vent’anni molto complicati in cui si è assistito a una fase di declino. Non credo vi sia da cambiare rotta, la rotta è piuttosto chiara. Si tratta di lavorare sui punti che non siamo ancora riusciti a sistemare come avremmo voluto in questo anno di intenso lavoro”. “Penso – conclude Lo Russo – di aver fatto tutto quello che era possibile nelle condizioni date, i risultati si vedranno nei prossimi anni”.