FINANZA & POTERI

Mediobanca, Palenzona è fuori

Il Camionista di Tortona resta a piedi. Dopo le voci che lo davano tra i papabili per la presidenza di Piazzetta Cuccia il suo nome non compare nella lista di minoranza dei potenziali candidati di Delfin nel futuro cda. Mentre c'è quello dell'ex ministro Grilli

Conto alla rovescia per la consegna della lista di minoranza da parte di Delfin per il rinnovo del board di Mediobanca. Manca una manciata di giorni alla scadenza del 3 ottobre, termine per la presentazione, e la cassaforte degli eredi di Leonardo Del Vecchio – guidata da Francesco Milleri, ad di Luxottica – sarebbe alla stretta finale per chiudere la “rosa” dei consiglieri candidati al cda. Una rosa che, secondo quanto riferiscono fonti finanziarie interpellate, dovrebbe attestarsi, salvo cambiamenti, su “quota cinque”. Rispetto all’opzione di presentare una lista a sette, questa mossa viene considerata espressione di una linea più soft: la decisione di presentare una lista lunga, in caso di maggioranza in assemblea, comporterebbe, infatti, il rischio di una spaccatura nel consiglio di amministrazione con tutte le incognite che verrebbero a pesare sulla realizzazione di un piano approvato e apprezzato dal mercato.

Nella partita assembleare, Delfin intenderebbe dare un segnale forte con nomi di peso. Il totonomine vede nomi come quello di Vittorio Grilli, ex ministro dell’Economia e presidente di Jp Morgan in Italia. Il suo nome, in realtà, era circolato nei giorni scorsi quando Delfin puntava sul cambio alla presidenza, oggi retta da Renato Pagliaro, all’insegna della discontinuità, e quello di Grilli veniva annoverato nella rosa dei potenziali presidenti di garanzia. Ruolo cui voci milanesi assegnavano anche per Fabrizio Palenzona, presidente della Fondazione Crt, che fu pupillo di Vincenzo Maranghi e che già è stato nel board di piazzetta Cuccia dal 2001 al 2003 e, nuovamente, dal 2005 al 2007. Richiesta, come noto, respinta al mittente dall’ad Alberto Nagel. A questo punto, il Camionista di Tortona rimane a piedi. Gli altri nomi di cui si parla sono quelli di Flavio Valeri, presidente di Lazard in Italia; Victor Massiah, banchiere di lungo corso, ex ad di Ubi Banca; Fabrizio Palermo, ex ad di Cdp e ad di Acea; Luciano Cirinà, ex capo delle assicurazioni Generali per Austria, Europa Centrale ed Europa dell’Est, che nella primavera del 2022 era in lizza per la nomina di ad di Generali. Nella rosa di nomi ci sono anche quelli di un altro ex manager di Generali, Sandro Panizza, di Jean-Luc Biamonti, presidente di Covivio, partecipata di Delfin; Sabrina Pucci, già consigliere di amministrazione di EssilorLuxottica e di Generali.

Oltre a Delfin, si guarda alle mosse di importanti azionisti come Edizione e Unipol. Per la holding del gruppo Benetton, socio di Piazzetta Cuccia con il 2,2%, si attende la convocazione del consiglio di amministrazione che valuterà tutte le opzioni sul tavolo. Per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Generali, avvenuto nell’assemblea dell’aprile del 2022, Edizione si era schierata con Delfin e con Caltagirone. Per quanto riguarda Unipol, sarebbe prevedibile un allineamento con le decisioni del patto. Il patto di consultazione, nella riunione di inizio settimana, ha espresso il proprio appoggio alla lista del cda, varata il 20 settembre. Il patto di consultazione schiera il gruppo Mediolanum (3,43%), Fin. Priv (1,69%), Monge (1,14%), Gavio (0,81%), Ferrero (0,67%), Lucchini (0,55%), Pecci (0,55%), Finprog della famiglia Doris (0,53%), Angelini Investments (0,47%), Fin. Fer (0,41%) del gruppo Pittini, Vittoria Assicurazioni (0,26%), Mais-Seragnoli (0,23%), Romano Minozzi (0,11%).