INTERVISTA

Rizzo e Alemanno, il rosso e il nero "Sovranisti di tutti i colori unitevi"

L'ultimo dei comunisti insieme all'ex sindaco di Roma, alfiere della destra critica verso la Meloni. L'incontro in programma a Roma sta scatenando reazioni e polemiche. L'ex europarlamentare torinese: "Non devo certo chiedere il permesso al Pd per parlare"

“I fascisti quelli veri me li sono trovati sotto casa tre volte quando ero giovane. Le prime due le hanno prese, la terza mi hanno salvato le gambe che allora erano buone…”. Allora, negli anni Settanta, Marco Rizzo correva. Non solo per cavarsela dai fascisti, ma ancor più verso una direzione ostinata e contraria rispetto a quella che di lì a poco più d’un decennio avrebbe imboccato il suo (ex) partito, quello comunista, che egli a lungo cercherà di tenere in vita, almeno nel nome, passando per Rifondazione e i Comunisti Italiani. Europarlamentare dal ’94 al 2009, un anno fa dà vita a  Democrazia Sovrana e Popolare. Domenica prossima sarà al Forum dell’indipendenza italiana accogliendo l’invito di Gianni Alemanno. Il rosso e il nero. E già solo l’annuncio è bastato a scatenare il putiferio.

Rizzo, senza neppure bisogno dell’armocromista il colore più citato in queste ore è il rossobruno. Vabbè che vi riunite a Midas, nome evocativo di svolte storiche, questa altro che quella del Psi di Bettino Craxi…
“Ma il rossobrunismo non esiste. Tirano fuori il rossobruno come fanno in Germania con Sahra Wagenknecht che fa i nostri stessi discorsi: era comunista, adesso lavora per una sinistra nazionale. La definiscono rossobruno, ma di bruno ha solo i capelli”.

Problema, questo, che per lei non si pone. Battute a parte, nessun problema a ragionare di politica con Alemanno, l’uomo che si pone più a destra di Giorgia Meloni, senza lesinare critiche alla premier ex compagna di partito? 
“Assolutamente no. Perché dovrebbe essere un problema parlare con chi è, come me, contro la guerra, contro la globalizzazione? L'Italia, prima con Draghi e adesso con la Meloni, continua a essere una colonna americana, siamo privi di qualunque sovranità. Il ceto medio diventa sempre più proletario, i lavoratori dipendenti sono traditi dai sindacati e mentre succede tutto questo io dovrei chiedere il permesso per discutere con Alemanno?”

Quindi?
“Quindi me ne infischio".

Fortuna che non ha detto me ne frego, già c’è chi è pronto ad accusarla di qualcosa di peggio dell’alto tradimento. Non si sente nemmeno un po’ in imbarazzo?
“Manco un po’. Mi hanno invitato a una tavola rotonda e io ci vado. Semmai sono altri a doversi sentire in imbarazzo”.

Facile provare a indovinare, parla del Pd?
“Loro fanno l’antifascismo da passerella. Da me sono venuti quelli veri, fascisti…”

Tre volte, due li ha suonati, la terza se l’è data a gambe. Diceva dei piddini.
“Fighetti. Hanno votato in Parlamento Europeo l’equiparazione di nazismo e comunismo. Gente che stava con me nel Pci adesso è amica delle banche, della Nato”.

Nato, banche, poteri forti, temi che si avvicinano molto a quelli di Alemanno. Stavolta gli estremi si toccano e pure si danno la mano e magari costruiscono qualcosa insieme?  
“Alemanno oggi è contro la guerra e per me questo è un discrimine importante. Poi mi confronto, vediamo, noi lavoriamo per Democrazia Sovrana e Popolare”.

Si ricorda quando Meloni, ancora con Alemanno, lanciò Italia Sovrana? Anche il lessico aiuta.
“Meloni ha detto delle cose, poi ne ha fatto altre, esattamente contrarie. Sovranisti di cartone. Il nostro sovranismo è la lezione di Antonio Gramsci”.

Quindi comunismo e sovranismo non sono antitetici?
“Assolutamente no. Quando si parla di internazionalismo si presuppone il concetto di nazione, quindi di sovranità”.

Pure lei con la parola nazione, come la premier. Sa che nel Pd la cosa irrita non poco, lo fa apposta? Poi Elly Schlein..
“La Schlein parla di lavoro senza avere neanche le coordinate di che cosa sia. Del resto questa sinistra è la cosa più lontana che esista dal mondo del lavoro. Auguro alla Schlein di continuare a occuparsi del Pd fino a quando l'avrà portato all'estinzione politica”.

Alle europee ci sarà Democrazia Sovrana e Popolare, magari insieme a una formazione di Alemanno?
“Stiamo costruendo con Francesco Toscano, un cattolico sociale, un soggetto politico, prepariamo in congresso fondativo e non è che realizziamo una cosa per scioglierla subito dopo”. 

Da torinese come guarda alle regionali piemontesi, ci sarete? 
“Valuteremo. Sicuramente se ci presenteremo saremo alternativi sia al centrodestra, sia al centrosinistra. Due facce della stessa medaglia”.

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