TRAVAGLI DEMOCRATICI

"Piemonte connesso all'Europa", ma il Pd ha già archiviato la Tav

Nel messaggio elettorale di Pentenero non si fa cenno alla grande opera per anni emblema del partito. L'ex parlamentare Esposito: "Non rivendicano una battaglia vinta per uscire dall'isolamento. Che tristezza". Ex compagni irriconoscibili anche sulla giustizia

“Vedo che la Tav è stata cancellata dal vocabolario del Partito Democratico. Ed è triste, per non dire di peggio, che quel partito, la sua candidata alla presidenza della Regione si vergognino e non rivendichino una battaglia vinta dopo essere stata combattuta, non tanto da me che conto quel che conto, ma dai principali esponenti del Pd negli ultimi vent’anni, da Mercedes Bresso a Antonio Saitta, da Sergio Chiamparino a Piero Fassino. Tutto cancellato, nascosto…”. 

Il messaggioo in cui Gianna Pentenero sostiene che “per non essere isolati” serve “creare un piano di trasporto sostenibile per connettere il Piemonte all’Europa” è una sberla in faccia e un pugno nello stomaco per Stefano Esposito. Scrivi Tav e nove volte su dieci gli algoritmi ti fanno saltar fuori il suo nome, quello dell’allora parlamentare del Pd che per sostenere la necessità della Torino-Lione ha vissuto anni sotto scorta, bersaglio grande e mai nascosto del fronte, anche violento, che si opponeva alla grande opera. La sua battaglia l’ha vinta un prezzo altissimo, così come l’ha vinta il Piemonte il cui governatore uscente Alberto Cirio quella vittoria la mette in primo piano negli obiettivi raggiunti, mentre il Pd tace. 

Un silenzio per non irritare i Cinquestelle, da sempre contrari alla Tav? Esposito, è questa la ragione della cancellazione della Torino-Lione dal programma elettorale del Pd e dallo stesso vocabolario dem?
“Il sospetto che per compiacere i 5 Stelle si tolga non solo al vocabolario, ma dal merito di cosa sia l’alta velocità per il Piemonte e sopratttutto per Torino, certamente viene”.

Pentenero sostiene che è necessario connettere il Piemonte all’Europa e che serve…
“Serve quel che esiste già e si chiama Tav. Quando ho visto il volantino in cui Pentenero scrive quel che ha scritto, non mi sono cadute solo le braccia ma anche altro che non si può dire. Ma, insomma, dico: ti candidi in una sfida già impossibile, non hai un programma chiaro, un’idea forte e su un tema come questo non dici niente? Che cosa ti impedisce di rivendicare una battaglia fatta dal Pd?”.

Una battaglia lunga, difficile, aspra che come ha ricordato lei ha visto in prima fila esponenti di spicco del Pd, ma scusi Esposito lei è davvero convinto che fossero tutti convinti, oppure oggi vien fuori quel che allora non si aveva il coraggio di dire?
“Sì, la verità è che per molti dirigenti del Pd la battaglia per la Tav non è mai stata la loro battaglia. L’hanno subita, non sono stati in grado di opporsi e oggi, mentre i grillini non ne parlano più perchè hanno capito di essere stati sconfitti, chi potrebbe rivendicare la vittoria non lo fa. Un silenzio imbarazzante, a dir poco”.

Cosa direbbe a Pentenero?
“A Gianna voglio dire con affetto, ma con grande franchezza, che il sistema di trasporto sostenibile per togliere Torino dall’isolamento esiste già e si chiama Torino-Lione. Semmai bisognerebbe pensare che cosa attorno a questa opera può essere utile per evitare che sia la Parigi-Milano, giocando una partita straordinario sul sistema logistico e non restare marginalizzati rispetto a Milano”.

Sparita dalla campagna elettorale per le regionale piemontesi che cinque anni fa ebbero una delle madamine, le protagoniste della grande manifestazione Sì Tav, nella lista di Chiamparino e oggi vedono solo il panda Mino Giachino, il promotore di quella piazza gremita, ma nelle liste di Fratelli d’Italia. Oggi la Tav è di fatto assente anche nella propaganda per il voto europeo. Come lo spiega? 
“Vero, è sparita anche nei messaggi dei candiati del Pd per l’Europa, escluso Pierfrancesco Maran, il quale naturalmente pone la Tav al centro, ma riferita a Milano. Anche questo dovrebbe far riflettere”.  

A Torino arriva Elly Schlein, pensa che lei dica qualcosa?
“Premesso che non me ne importa nulla, credo proprio di no”.

Che ne pensa del Pd che va da Libera, l’associazione antimafia di don Luigi Ciotti?
“Ai candidati che sono corsi da Libera ricorderei che se c’è un’opera indenne dalla mafia è la Tav insieme al Terzo Valico e questo perché è stato creato organismo, il Gitav, che vigila sugli appalti prima che vegano assegnati, ma anche questo non lo rivendica nessuno. Meglio fare le passerelle a Libera”. 

Questo suo stato d’animo è figlio anche delle posizioni del suo ormai ex partito sulla giustizia, tema pure questo che lei conosce e ha conosciuto sulla sua pelle?
“Quello della giustizia è un’altra questione  che richiederebbe non un articolo, ma un piccolo trattato di sociologia antropologica”.

Ci provi in poche battute.
“Io non condivido niente di ciò che dice il Pd sulla giustizia. Oggi dopo aver letto l’intervista ad Antonio Di Pietro sul Corriere della Sera ho mandato un po’ di messaggi ad alcuni amici dicendo: pensa tu se devo essere d’accordo con Di Pietro”.

L’avrebbe mai immaginato?
“Ormai si è capovolto tutto. Non c’è più nulla delle battaglie, non mie, ma della storia del Pds, dei Ds e poi del Pd sul tema della giustizia. Diciamo che il garantismo ha sempre faticato ad emergere, ma almeno veniva scritto che lo eravamo garantisti. Adesso si dice solo che si rispettano i magistrati. Io non è che non lo faccio, ma non rispetto quelli che violano la legge. Lo dice perfino Di Pietro rinnegando quel che è stato anni fa”.

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