SANITÀ

Cin cin, alla salute. Con l'acqua

La rete idrica delle nostre città è è sostenibile e sicura. Dai controlli effettuati risulta negli ultimi tre anni conforme ai parametri indicati dalla legge in quasi il 100% dei casi. Migliore per qualità l'Emilia-Romagna, seguita da Veneto e Piemonte

L’acqua potabile nelle case italiane è sostenibile e sicura, con i controlli effettuati da cui risulta negli ultimi tre anni conforme ai parametri indicati dalla legge in quasi il 100% dei casi. Lo afferma il primo rapporto elaborato dal Centro nazionale per la sicurezza delle acque (CeNSiA) dell’Istituto superiore di sanità presentato oggi a Roma. Il rapporto, realizzato sulla base dei dati prodotti dalle Regioni italiane insieme al Sistema nazionale per la protezione ambientale e coordinato dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, ha esaminato i risultati di oltre 2,5 milioni di analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche condotte in 18 Regioni e Province autonome, corrispondenti a oltre il 90% della popolazione italiana, tra il 2020 e il 2022.

La percentuale media nazionale di conformità nei tre gli anni risulta compresa tra il 99,1% per i parametri sanitari microbiologici e chimici stabiliti e il 98,4% per i parametri indicatori, non direttamente correlati alla salute ma a variazioni anomale della qualità (che potrebbero, per esempio, influire su sapore, odore o colore). Dal punto di vista territoriale tutte le Regioni hanno mostrato percentuali di conformità medie molto alte, superiori al 95%. Le oscillazioni del tasso di conformità sono minimali dal punto di vista della prevenzione sanitaria, che in ogni caso è stata adeguatamente assicurata. I dati registrano comunque come regione migliore sia per i parametri sanitari chimici e microbiologici che per i parametri indicatori l’Emilia-Romagna seguita da Veneto e Piemonte, mentre i tassi di conformità relativamente minori per parametri sanitari sono registrati nelle Province autonome di Trento e Bolzano, e, per i parametri indicatori, in Umbria e nella Provincia autonoma di Trento.

Per quanto riguarda le limitate non conformità rilevate a livello nazionale si tratta di alcune tracce episodiche e circostanziate a livello locale di contaminazioni microbiologiche (Enterococchi, Escherichia coli) e indicatori di contaminazioni ambientali (coliformi) mentre in alcune limitate aree territoriali si rilevano ancora non conformità per elementi naturali come fluoro e arsenico, associate a gestioni idriche non efficienti di sistemi in economia. Le non conformità rilevate attestano comunque che il sistema dei controlli funziona e che è in grado di gestire i rischi secondo un principio di massima precauzione che previene esposizioni pericolose per l’uomo.

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