GIALLOROSSI

Poltrone in mezzo al campo (largo). L'asse Pd-Avs fa arrabbiare il M5s

Dem intenzionati ad assicurare alla sinistra di Grimaldi la carica di segretario d'aula a Palazzo Lascaris, grillini sulle barricate. Con l'esclusione di Unia (vicino ad Appendino, di cui è stato assessore) i rapporti in Piemonte tornerebbero a raffreddarsi

L’immagine di una opposizione unita, scattata un mese fa davanti a Palazzo Civico durante la manifestazione contro le riforme del governo Meloni, all'indomani della scoppola rimediata dal centrosinistra alle regionali del Piemonte, già sbiadisce di fronte a questioni ben più prosaiche come l'elezione dei vertici del Consiglio regionale. Aprire al Movimento 5 stelle o riconoscere la lealtà di un alleato che c'è sempre stato? Un passaggio solo apparentemente secondario pone il Pd già di fronte a un bivio. La trattativa ruota attorno al nuovo Ufficio di presidenza: le minoranze hanno diritto a due posti, uno da vicepresidente – per cui i dem hanno scelto l’alessandrino Mimmo Ravetti – e uno da segretario d’aula. E qui sorge il dilemma. Per prassi l’Udp dovrebbe contenere tutte le coalizioni rappresentate in assemblea, ma questa volta il centrosinistra potrebbe decidere di giocare all’asso pigliatutto e assegnare questa casella ad Avs, che ha portato in dote il 6,5 per cento dei consensi (mezzo punto in più dei grillini) ed eletto tre rappresentanti, tanti quanti il partito di Giuseppe Conte.

Per quella poltrona i rosso-verdi hanno messo sul tavolo il nome di Valentina Cera, ascesa a Palazzo Lascaris sulla spinta di oltre 3mila preferenze, consigliera comunale a Nichelino e dimissionaria dal consiglio della Città Metropolitana di Torino. Dall’altra parte, invece, il candidato naturale è l’ex assessore del Comune di Torino Alberto Unia, persona tra le più vicine a Chiara Appendino, motivo in più per considerare una sua eventuale designazione come l’ennesimo ramoscello d’ulivo. Già cinque anni fa il Pd cedette quella casella ai pentastellati, che prima la occuparono con Giorgio Bertola e poi, dopo la scissione, con Ivano Martinetti.

Sarah Disabato – ex candidata presidente e capogruppo in pectore dei 5s – ha incontrato informalmente Gianna Pentenero del Pd e Alice Ravinale di Avs: il colloquio è suonato come un campanello d’allarme al punto che subito dopo ha avvertito i vertici romani per avviare trattative parallele con il Nazareno. L’impostazione del Pd infatti sarebbe stata quella di privilegiare l’alleato di centrosinistra e lasciare ai Cinquestelle solo una vicepresidenza di commissione, rispetto alle due che avevano nella passata legislatura, quando tuttavia erano riusciti a ottenere altre percentuali e potevano contare, almeno nella prima parte della legislatura, su cinque consiglieri rispetto ai tre attuali.

Quasi per paradosso l’area da sempre più orientata verso l’apertura al M5s sembra ora arroccarsi nei confronti di quei potenziali futuri alleati, quella cioè della sinistra dem, di cui Pentenero fa parte, e di Avs che è stata tra le forze che più si sono spese per un accordo alle regionali. Atteggiamento legittimo, ma potenzialmente foriero di conseguenze. Nelle prossime ore il gruppo dem dovrà discutere dell'argomento perché è evidente che in questo testa a testa tra forze minori i voti dei 13 consiglieri piddì sono decisivi. La prima seduta del Consiglio è il 22 luglio, ci sono cinque giorni per trovare la quadra. 

Sulle altre caselle il centrodestra sembra, invece, aver trovato da tempo la chiusura del cerchio, con Davide Nicco (FdI) presidente e Franco Graglia (Forza Italia) vicepresidente. Per quanto riguarda i due segretari d’aula uno spetta alla Lega e sarà per Fabio Carosso, l'altro alla lista Cirio che deve ancora decidere tra l’albese Daniele Sobrero e Salvatore Castello, eletto a Torino.

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