Sanità, nessun premio per i “Federali”
15:34 Lunedì 15 Settembre 2014 11Saitta si oppone all’assegno integrativo per i vertici delle Federazioni e l’ex direttore dell'assessorato Morgagni. Un obolo solitamente assegnato sulla base di obiettivi che la passata giunta non aveva neanche indicato. E poi, visti i risultati…
Visti i risultati verrebbe naturale chieder loro i danni. Invece i manager delle Federazioni sanitarie partorite da Roberto Cota e Paolo Monferino si aspettavano e avevano chiesto addirittura un’integrazione allo stipendio. Per cosa? Ma per la “produttività”, ovvio. La stessa voce che avrebbe dovuto portare un surplus di euro, 30mila l’anno mica bruscolini, all’ex direttore generale della Sanità Sergio Morgagni, scomparso da corso Regina con dimissioni lampo prima dell’arrivo del suo successore Fulvio Moirano, senza neppure fare il canonico passaggio di consegne.
Spese delle aziende fuori controllo, dati economico-finanziari chiesti ripetutamente dal ministero e mai forniti, cancellato il servizio ispettivo di corso Regina, conti in profondo rosso, Regione sotto tutela da parte del governo con il piano di rientro: un disastro, c’è poco da aggiungere. Ma i manager delle federazioni e lo stesso direttore generale, come orchestrali lautamente ben pagati, continuavano e continuano a suonare la loro musica sul Titanic della sanità piemontese. Perché loro sono “produttivi”, diamine. Il resto non conta. Quindi come se nulla fosse, i “federali” avevano chiesto il trattamento integrativo per il biennio 2102-2013. Perché loro hanno prodotto. Cosa, è davanti agli occhi di tutti. Pure della giunta regionale che stavolta, però, ha detto no.
Stavolta niente “annuncite”, l’assessore alla Sanità ha messo la sua firma in calce al diniego nei confronti delle richieste dei manager “federali”. Ci sarà modo, si spera, di spendere meglio il mezzo milione di euro che sarebbe finito, senza il “niet” di Antonio Saitta, spartito tra gli ex direttori delle federazioni volute da Monferino e da Cota e poi soppresse, di fronte al palese fallimento, quando ormai il rigor mortis aveva segnato la giunta di centrodestra.
Ora ad occuparsi delle loro liquidazione sono funzionari delle aziende senza costi aggiuntivi. Per cancellarle definitivamente, però, occorreva rispondere a quelle richieste sull’integrativo. E la risposta, definitiva, è stata un secco “no”. Motivata anche dal fatto che la precedente giunta non sia sarebbe curata di fornire obiettivi ai direttori delle federazioni sui quali misurare l’effettiva produttività. Un escamotage diplomatico quello usato da Saitta per non dire quel che pensa e quel che i conti sono lì a testimoniare. Il nuovo inquilino di corso Regina ha, inoltre, chiesto alla giunta di non pagare l’indennità integrativa, sempre legata alla produttività, a Morgagni: 30mila euro l’anno come previsto dal suo contratto. Spetterà all’esecutivo di Sergio Chiamparino decidere se pagare quel “premio” per il 2013 e per i sei mesi dell’anno in corso all’ex direttore. Stretta anche sul numero dei revisori delle Asl: Saitta ha presentato un disegno di legge per ridurli da cinque e tre. Un banco di prova per la maggioranza: se c’è la volontà politica di risparmiare anche su quel fronte, il taglio potrebbe esserci nel giro di pochi mesi se non settimane. (sr)