UNO VALE UNO

M5s, dopo la fatwa arrivano le purghe

Dopo la rissa a Montecitorio si avvia il procedimento disciplinare verso la parlamentare torinese Bechis. "Sarà la base a decidere", garantisce Della Valle che apre alla "sfiducia". E in rete si scatena la discussione. Il "cerchio magico" grillino è per l'espulsione

Ha lanciato il guanto della sfida e ora rischia grosso. Eleonora Bechis, la parlamentare torinese del M5s, al centro del parapiglia scoppiato a Montecitorio tra il neo capogruppo al Senato, Alberto Airola, e i “dissidenti” Walter Rizzetto, Tommaso Currò e Tancredi Turco, potrebbe venire “sfiduciata” e allontanata con disdoro dal movimento. A lanciare la fatwa, auspicando tra le righe soluzioni drastiche, è il deputato Ivan Della Valle: «Eleonora Bechis sul Fatto Quotidiano scrive “Sfido qualcuno a dimostrare che io sia stata sfiduciata”. Che dite accettiamo la sfida?» scrive su Fb in un post sottoscritto anche da Laura Castelli, Airola, Silvia Chimienti, Davide Bono e Chiara Appendino. Tutto il cerchio magico schierato compatto, dunque.

 

E l’argomento per colpirla e affondarla è il solito: i soldi. Con l’accusa di non rendicontare le spese, di non restituire parte della cospicua indennità da parlamentare il destino della deputata-portinaia pare irrimediabilmente segnato. Spiega la Castelli: «Il problema è che lei sul territorio non esiste… la gente che l’ha messa a Roma non sa neanche che faccia ha… andate a vedere la sua rendicontazione… è da aprile che non restituisce i soldi… direi che non è proprio in linea con il codice di comportamento… io la sfiducerei anche solo per questo». Alcuni attivisti chiedono di fare le cose “per bene” e di farla sfiduciare dalla base. E Della Valle rassicura: «Assolutamente sì. Sarà la base a decidere, com’è sempre stato».

 

Il caso, come noto, la diatriba risale al 2013 quando una volta eletta Bechis sceglie come suo assistente Agostino Formichella, attivista espulso “per non aver rispettato le regole”, entrato in rotta di collisione con il movimento due anni prima, nel 2011 nelle votazioni per la scelta del candidato sindaco di Torino del M5s, contestando la vittoria di Vittorio Bertola. «A livello locale questa cosa ha dato fastidio, perché di fatto Eleonora ha assunto un collaboratore eticamente non rispondente a nostri principi», ha detto Airola all’agenzia Adnkronos. Secondo alcuni, la stessa vittoria alle parlamentarie sarebbe frutto di una manovra volta ad assicurare ai due vantaggi e prebende, prefigurando persino il “voto di scambio”. Tra quanti criticano in rete la “coppia”, nel frattempo assurta ad esempio di malcostume politico, ci sono un consigliere della VI circoscrizione, Paolo Tkalez, e un militante, Xavier Bellanca, che si lasciano andare a pesanti affermazioni. A quel punto la Bechis decide di querelare: l’esposto in un primo tempo viene archiviato dal sostituto procuratore Sabrina Noce, poi il presidente della sezione gip Francesco Gianfrotta decide l’imputazione coatta per Tkalez. La data del processo non è ancora stata fissata. Intanto pure Formichella querela, ma la sua istanza pur rigettata apre un’altra ferita nel movimento.

 

E così si arriva alla bagarre dell’altro giorno. Ma sollecitazioni arrivano anche sulla pagina Fb della parlamentare torinese. “Onorevole Bechis, vorrei sapere da Lei come mai ai numerosi incontri tra eletti, cittadini ed attivisti avvenuti sul territorio della zona di Torino, personalmente non l’ho mai vista? Come mai non ha mai giustificato la posizione poco opportuna del suo collaboratore che, a quanto risulta, è stato espulso dal gruppo locale e diffidato dallo staff di Grillo? Come mai non rendiconta più le indennità e le spese da Aprile 2014? Risponda gentilmente alle domande, magari pubblicamente, a beneficio di tutti i cittadini, soprattutto quelli che con il proprio voto hanno contribuito ad eleggerla in parlamento”, le scrive Michele S. Giuseppe, che si firma Nonno Bit, invece la difende: “Questo si chiama linciaggio mediatico. Siete vergognosi ad attaccare spudoratamente così una deputata grillina”. Nei post si invita a controllare il sito “Tirendiconto” per vedere lo stato delle “restituzioni” della parlamentare. Qualcuno nota che non è la sola a non aver pubblicato sul sito le rendicontazioni. “La signora Marta Grande da Aprile 2014 non rendiconta più come mai?” chiede Tiziana e Michele risponde: “Chiediamolo anche a lei…”. Nel M5s, insomma, si torna a respirare l’aria del “repulisti”.