M5s, la corsa per conquistare Torino
Oscar Serra 07:45 Lunedì 07 Settembre 2015 6I grillini si apprestano a lanciare la sfida per le prossime amministrative. Prima il Movifest, poi al lavoro sul programma, infine la designazione del candidato sindaco (quasi certamente Appendino). A Palazzo Civico aleggia lo spettro di Venaria
“Chiara è la candidata migliore, soprattutto se il Pd punterà nuovamente su Fassino”. In un colloquio telefonico con lo Spiffero, Vittorio Bertola, consigliere comunale del Movimento 5 stelle a Torino, incorona di fatto la sua compagna di banco, Chiara Appendino, ormai designata a capitanare la pattuglia pentastellata alle prossime elezioni amministrative. Ci saranno alcuni passaggi formali da espletare, ma alla fine l’onere ricadrà su di lei, la Giovanna d’Arco di Palazzo Civico (il copyright è proprio del sindaco Piero Fassino), che già si prepara a una campagna elettorale durissima, ma che, a differenza di quattro anni fa, i grillini potranno combattere quasi ad armi pari con il centrosinistra e forse partendo addirittura avvantaggiati nei confronti del centrodestra. Lui, Bertola, che nel 2011 sfidò un Fassino assai più forte di oggi, sta maturando, invece, l’idea di fermarsi un giro, dopo un’estate sulla breccia per la nota presa di posizione sugli immigrati, fatta propria dai vertici del movimento.
Sono alle spalle, almeno per il momento, le baruffe dei mesi scorsi. Davide Bono ha saldamente in mano la falange piemontese, forte anche del riconoscimento nazionale ottenuto direttamente da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio come referente per le regioni di “Rousseau”, la piattaforma informatica ideata per permettere un dialogo costante tra attivisti ed eletti. Un incarico che negli organigrammi dei partiti tradizionali corrisponde grosso modo a quello di responsabile degli Enti Locali, ruolo quindi cruciale in vista delle urne. Il movimento, almeno in apparenza, compatto si avvia a sfidare il “Sistema Torino” e d’ora in poi ogni tappa di avvicinamento sarà un test di “maturità”. Anche il recente dibattitto sulla seconda fase del Movimento - le nuove forme di selezione dei candidati prospettato da Grillo (e poi parzialmente rettificate), il maggior peso degli eletti sul territorio, la necessità di spendere meglio i soldi risparmiati dagli stipendi - ha solo lambito gli attivisti torinesi che da giorni stanno lavorando alla Movifest di Parco Dora, kermesse in calendario per il 19 e 20 settembre. Subito dopo si inizierà a discutere di elezioni, “ma non partiremo dai candidati – fanno sapere alcuni militanti – da noi prima ci si occupa dei programmi, i nomi vengono dopo”. Dunque la festa, poi i gruppi di lavoro sui contenuti , nel solco dei cavalli di battaglia grillini in questi quattro anni – bilancio partecipativo, trasparenza, cultura – e infine la discussione sui nomi con un eventuale (e improbabile) voto finale attraverso primarie online.
La vittoria a Venaria Reale è stata l’ulteriore testimonianza che laddove i Cinque Stelle raggiungono il ballottaggio poi vincono. È successo a Parma, poi a Livorno e in altre realtà minori e infine, per citare il più eclatante caso in Piemonte, proprio nella città della Reggia (dove, va detto, il sindaco Roberto Falcone entrò subito in rotta di collisione con Bono e la stessa Appendino, per la nomina di Antonella Bentivoglio d’Affitto, ideatrice della Cena in bianco, come assessore al Turismo). Anche le prossime elezioni saranno tutt’altro che scontate: il secondo turno pare inevitabile in una competizione tripolare – Pd e Moderati, Forza Italia e Lega, M5s – con la probabile aggiunta di un rassemblement di sinistra alternativo a Fassino, che nelle speranze di chi lo promuove è accreditato di un 6 per cento. Proprio per questo Fassino osserva con grande interesse quel che accade nell’alveo berlusconian-salviniano: un candidato forte su quel versante potrebbe superare al fotofinish i grillini e raggiungere lui (o lei) il ballottaggio, creando i presupposti per un secondo mandato del Lungo. Meglio un candidato compatibile con i giochi, “di sistema” piuttosto che un duello con una formazione “aliena” (e figure come quelle finora emerse, prima tra tutte quella di Marco Boglione, garantirebbero una competizione entro i perimetri della politica tradizionale). Se invece il Movimento 5 stelle dovesse approdare al secondo turno, allora tutto potrebbe accadere. Fassino lo sa e già si è messo all’opera per allargare i confini della propria coalizione, puntando a imbarcare se non tutto almeno molti esponenti del Nuovo Centrodestra.
E proprio in questo scenario Chiara Appendino pare offrire l’identikit del miglior sfidante di un centrosinistra fiaccato da cinque anni di austerità e non privo di lacerazioni interne. Un Pd costretto a trattare per un pugno di voti con i “ministeriali” di Alfano, mentre perde pezzi a sinistra e vede sfilacciarsi un alleato importante come Sel, divisa tra movimentisti e filogovernativi. Per non dire degli effetti, finora troppo sottovalutati, che la brutta faccenda delle firme false alle Regionali potrebbero avere sulle urne torinesi. Donna, giovane, preparata, tignosa e carismatica, prossimamente mamma: queste le caratteristiche che fanno della Appendino la candidata giusta a scalzare l’ultimo segretario dei Ds, dal punto di vista politico un reperto della Prima Repubblica, che alla fine di un eventuale secondo mandato avrà superato i settanta anni. Si contano a centinaia le sue mozioni, interrogazioni e ordini del giorno, proverbiali gli interventi, in grado di far saltare sulla sedia il sindaco e a farlo uscire dai gangheri. E poi quel pancione che crescerà proporzionalmente alla sua notorietà data dai comizi e dal tam tam su media e social network, visto con l'occhio dello spin doctor non potrà che aiutare.
E a proposito di social network, è proprio quello il terreno su cui i grillini proveranno a spostare la battaglia. Gli oltre 1.400 “mi piace” all’annuncio su facebook della gravidanza di Chiara Appendino sono la testimonianza del suo seguito, mentre la pagina del “Movimento 5 stelle Torino” conta più di 60mila fan, tra le più seguite d’Italia. Una buona base da cui far partire la mobilitare.