Pd, il segretario se ne va. Per finta
Oscar Serra 18:06 Giovedì 08 Ottobre 2015 2Dimissioni lampo e nuovo mandato: tutto in una sera. Morri punta a chiudere subito la partita nella direzione provinciale torinese di domani. Documento unitario e nuova segreteria che imbarchi tutti, sul modello del partito regionale
Dimissioni lampo e nuovo mandato per formare una segreteria unitaria che “rilanci l’azione del Pd di Torino”. A Fabrizio Morri, numero uno della Federazione subalpina, non toccherà il calvario del suo omologo regionale, Davide Gariglio, costretto a rassegnare formali dimissioni, dopo il pronunciamento del Tar sulle firme false, salvo riottenere l’incarico dopo una settimana. L’obiettivo è di chiudere la pratica tutta nella serata di domani e poi prendersi due settimane di tempo per presentare la sua nuova squadra con dentro tutte le minoranze. Insomma, a sentir i suoi detrattori, poco più di una manfrina, ormai obbligata, mentre gli stessi esponenti di Rifare l’Italia che tuonavano “non permetteremo a Morri ciò che non abbiamo permesso a Gariglio” paiono essersi ritirati in buon ordine o comunque non sembrano intenzionati a erigere barricate.
La missiva di Morri arriverà nelle prossime ore sulla casella mail del presidente Alessandro Altamura, la Direzione di domani dovrà respingere le dimissioni sulla base di un documento unitario sul quale hanno lavorato alacremente gli sherpa dei vari schieramenti. Tra le principali modifiche introdotte dalle nuove disposizioni c’è la riorganizzazione dei coordinamenti di zona incentrata sulle aree omogenee individuate dal Consiglio metropolitano e l’istituzione di un coordinamento Metropolitano delle aree omogenee. Strutture e sovrastrutture che si sommano ai circoli, ai forum e agli organismi statutari (assemblea, direzione, segreteria): alla faccia del partito liquido. Il documento prevede, inoltre, maggior trasparenza, che si tradurrà nella possibilità per ciascun membro del direttivo metropolitano di aver accesso all’elenco degli iscritti e infine la decisione di depennare dalla direzione tutti coloro che non parteciperanno per più di tre sedute (in principio erano due) della direzione stessa, senza adeguata giustificazione.
Questo il compromesso trovato dal tavolo di lavoro, al quale hanno partecipato Morri, il suo vice Daniele Valle, il presidente Altamura e il capofila della minoranza cuperliana Aldo Corgiat. «A questo punto capiremo già nella discussione politica di domani se Morri intende davvero ripartire con un nuovo progetto di partito, finalmente unitario» taglia corto Altamura.
Intanto già si lavora sulla nuova segreteria unitaria, secondo lo schema che ha già ispirato Gariglio: 15 membri di cui 8 della maggioranza (divisi equamente tra fassiniani e quelli della prima ora) e 7 delle varie opposizioni con due all’area di Altamura (si fanno i nomi di Fabio Cassetta ed Emanuela Guarino), uno di Corgiat (Giuseppe Sammartano), uno legato alla minoranza “responsabile” di Cesare Damiano (Giorgia D’Errico) e altri tre da individuare tra i Giovani Turchi e gli ex civatiani che alle scorse primarie si divisero tra Corgiat e Matteo Franceschini Beghini. Ci sarebbe poi il lodo proposto dall’ex sindaco di Settimo Torinese, secondo cui essendo i Turchi ormai organici alla maggioranza a livello nazionale dovrà essere Morri a farsi carico di una loro rappresentanza all’interno degli otto, proposta respinta sul nascere dal segretario. Anche perché già Morri sarà costretto a tagliare qualche posto (i sicuri al momento sono Daniele Valle, Mimmo Carretta, Raffaele Gallo, Nadia Conticelli e Saverio Mazza), più che probabile l’uscita del collegnese Antonio Garruto e di Tina Pepe, da capire la posizione dei “lorussiani” Malvina Brandajs e Guido Gozzi (almeno uno dei due potrebbe essere recuperato con un incarico operativo esterno alla segreteria) mentre avrebbe buone chance di riconferma l’ateniese Simona Randaccio.