CASTA MERETRIX

Palloncini gonfiati anche in Piemonte

Il gruppo M5s di Palazzo Lascaris cavalca l'onda nazionale e propone la "fanta-abolizione" dei vitalizi della Regione. In realtà, come per la Camera, i vecchi assegni sono stati già soppressi a partire da questa legislatura e per gli ex consiglieri si tratta di un taglio

Dire addio ai vitalizi per i consiglieri regionali del Piemonte entro la fine dell’anno, prima dell’avvio della campagna elettorale. È quanto propone il gruppo M5s di Palazzo Lascaris che intende cavalcare l’onda del taglio di quelli parlamentari operata dalla Camera dei deputati. Una iniziativa che fa breccia nell’opinione pubblica, certamente popolare (e populista), in grado di portare fieno nella cascina dell’antipolitica di cui si alimenta la propaganda grillina. E come in Parlamento giocare sugli equivoci, giacché i vitalizi degli onorevoli sono stati aboliti dal governo dell’“odiato” Monti alla fine del 2011, mentre in Regione sono stati soppressi a partire dalla X legislatura, mentre ai 185 ex consiglieri l’assegno è stato ridotto del 6% per quelli fino a 1.500 euro, del 9% sino a 3.500 euro, del 12% sino a 6 mila euro e del 15% oltre i 6 mila euro.

“Chiediamo - hanno spiegato, oggi, in una conferenza stampa i grillini Davide Bono e Giorgio Bertola - di discutere subito la nostra proposta di legge depositata il 2 agosto scorso per la rideterminazione contributiva degli assegni vitalizi affinché a tutti i politici o ex politici del Piemonte vengano estese le stesse regole che valgono per tutti i lavoratori dipendenti o autonomi”. In cifre significherebbe un risparmio di 5 milioni di euro annui, passando dagli attuali 7 a 2. La stima è che un vitalizio medio mensile lordo pari a 3mila euro passerebbe a circa 800 euro. “Siamo disponibili ad un confronto con la maggioranza di centrosinistra - ha detto Bono - per un iter rapido prima della pausa estiva. Per noi comunque questa proposta di legge va fatta entro fine anno”. La proposta - spiegano - prevede il calcolo dell’importo attraverso il sistema contributivo come per tutti i lavoratori, la sospensione nel caso in cui si venga rieletti a livello regionale, nazionale, europeo o nominati componenti del Governo, l’accesso al trattamento previdenziale solo per chi ha almeno 5 anni di mandato esercitato, e il divieto di cumulo con vitalizio o trattamento previdenziale del parlamento nazionale o europeo.

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