POLITICA & GIUSTIZIA

Turbativa d'asta, indagato l'ex vicesindaco Montanari

La vicenda ruota attorno al bando per individuare il nuovo direttore di Urban Lab, l'associazione partecipata da Palazzo Civico e Compagnia di San Paolo. Avviso di garanzia anche per la presidente dell'associazione Dellapiana

L’ex vicesindaco di Torino Guido Montanari è indagato nell’ambito del controverso bando pubblicato da Urban Lab lo scorso anno per individuare il nuovo direttore. L’ipotesi di reato formulata dal pm Gianfranco Colace è turbativa d’asta, dopo l’apertura di un fascicolo a seguito di un esposto giunto in Procura nelle settimane successive alla gara pubblica. Oggi i Carabinieri hanno eseguito le perquisizioni nella sua abitazione e nell'ufficio, acquisendo smartphone e i dispositivi in cui potessero essere presenti informazioni utili. 

L’ente, partecipato dal Comune di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, nato con lo scopo di sviluppare il dibattito su azioni, progetti e iniziative di trasformazione e riqualificazione urbana nel capoluogo piemontese, cercava una figura “di comprovata professionalità ed esperienza nell’ambito delle attività svolte dall’Associazione”. Inoltre, il nuovo vertice amministrativo doveva possedere “doti di creatività, intraprendenza, visione strategica, capacità di leadership e attitudine a collaborare in modo proficuo con lo staff”. Il tutto per un incarico a tempo pieno, “con carattere di esclusività”, della durata di tre anni e… gratuito! Il bando era firmato dalla presidente dell’associazione Elena Dellapiana, professore associato del Politecnico, designata dal Comune su indicazione proprio di Montanari e poi formalmente eletta dall’assemblea dei soci. Anche lei ora risulta indagata, assieme al funzionario Marco Demarie.

Ma chi mai avrebbe potuto accettare di lavorare gratis per così tanto tempo?  Sin dall’inizio, lo Spiffero, che si era occupato della vicenda, aveva ipotizzato che questa selezione potesse essere stata costruita per favorire un dipendente interno che, avendo già uno stipendio, avrebbe potuto ambire a quel ruolo e i sospetti sono caduti sul direttore uscente Valentina Campana (non indagata).

E dire che era stata proprio la giunta di Chiara Appendino a imporre che il nuovo direttore di Urban Lab (nato dalle ceneri del vecchio Urban Center) venisse scelto attraverso gara pubblica, modificando nel 2018 lo Statuto della società. Una decisione assunta in nome della trasparenza. Poi è arrivato il bando, le relative polemiche e un epilogo a sorpresa che ha preceduto le indagini: il 15 maggio dello scorso anno, dopo un mese e mezzo dalla pubblicazione della gara, infatti, il consiglio direttivo di Urban Lab comunicò che “sono state ricevute 3 candidature” e tutte sono risultate “non idonee”. Nessun incarico assegnato. Valentina Campana, che non aveva presentato la candidatura, poteva rimanere in sella per mancanza di alternative. La Procura, intanto, aveva già acceso il suo faro.