LOTTA AL COVID

Vaccini in aziende e supermercati, privati pronti a scendere in campo

Dalle fabbriche ai centri commerciali: fronte comune per immunizzare rapidamente lavoratori, clienti e famigliari. Dal Poz (Federmeccanica): "Disponibili anche ad acquistare dosi". Dalle Rive (Ipercoop): "La Regione istituisca un tavolo del fare"

“La priorità resta sempre la salute dei lavoratori. Così come è stato quando si è trattato di assumere tutte le iniziative contro i contagi, adesso siamo altrettanto pronti per un impegno, rapido, concreto e fattivo per la campagna vaccinale”.  Alberto Dal Poz, presidente di  Federmeccanica conferma la necessità di accelerare sulle vaccinazioni, ma ribadisce con forza l’impegno cui il settore manifatturiero è pronto. Pronto a vaccinare nelle fabbriche, così come nei luoghi che saranno individuati, pronto a mettere a disposizione strutture e personale. Sarebbe pronto, il mondo industriale, ad acquistare i vaccini per i propri lavoratori, “la nostra principale e irrinunciabile risorsa”, ma questo ad oggi non è possibile.

Lo avrebbe fatto anche il comparto della grande distribuzione i cui dipendenti pur essendo a contatto continuo con il pubblico non compaiono tra le categorie indicate per ricevere, prima di altri, il vaccino. “Già al Governo precedente, come mondo cooperativo avevamo manifestato la nostra disponibilità a mettere a disposizione la nostra filiera della logistica, i nostri centri commerciali, così come le nostre cooperative che operano nel socioassistenziale e sanitario. Siamo pronti a fare tutto quello che possiamo”, spiega Ernesto Dalle Rive, presidente di Novacoop, costola piemontese con propaggini in Lombardia della galassia Coop che sul territorio piemontese conta oltre 60 punti vendita.

Vaccini nelle aziende, vaccini nei centri commerciali, una rete logistica di supporto pronta a mettersi al servizio fin da subito e, ancor più, quando la platea di allargherà oltre le attuali categorie. La spinta del mondo produttivo nei confronti delle istituzioni è forte: l’obiettivo è far funzionare un sistema i cui tempi segnano quelli del ritorno alla normalità della stessa economia.

“Aprire le fabbriche, mettere a disposizione le proprie strutture è un comune sentire in ogni regione” osserva Dal Poz. Velocizzare è la parola d’ordine che arriva da Confindustria cui Federmeccanica è perfettamente allineata su questa partita cruciale per il settore produttivo. “Da sempre puntiamo a minimizzare i fattori di incertezza, perché l’incertezza porta all’instabilità. Questo vale in Piemonte, così come nel resto del Paese. E una delle poche certezze è che i Paesi in cui la vaccinazione è stata portata avanti a tappeto, con grandi numeri, hanno visto ripartire le attività economiche. Per questo abbiamo bisogno anche noi arrivare in questa situazione. Non c’è alternativa”.

C’è un vasto settore, come quello della grande distribuzione, dei supermercati al pari delle aziende manifatturiere, in cui i sistemi di protezione e prevenzione sono stati attuati in maniera capillare e tutt’oggi garantiscono standard molto elevati. Un mondo che chiede di essere coinvolto. “Auspichiamo scelte, anche a livello regionale, frutto di una concertazione per definire insieme modalità operative e gestione degli spazi”, aggiunde Dalle Rive. Non decisioni a tavolino, ma “un tavolo del fare”, ciò che in sostanza propone il presidente di Novacoop alla Regione.

Fare, a quel tavolo, un piano in grado di aumentare di molto l’attuale numero di vaccinazioni quotidiane e predisporne in tempo uno per quando, si spera presto, le persone da vaccinare saranno molte di più. All’estero, nei Paesi citati da Dal Poz, dagli Usa a Israele, si vaccina quasi ovunque e non certo in orari, diciamo, d’ufficio. Dove si sta uscendo dall’emergenza e dai lockdown si inocula giorno e notte. “Bisogna avere mete realistiche e non teoriche, non bisogna perdere tempo per definire obiettivi fumosi. Se ci viene richiesta una mano noi diciamo si, ma discutiamone insieme per arrivare e risultati rapidi e concreti”, ricorda Dalle Rive.

“La cooperazione non è solo grandi piazzali dove sistemare delle tende, è anche una organizzazione logistica e un’attività sociosanitaria che può svolgere un ruolo in questa campagna vaccinale. Di questo ne ho parlato nelle scorse ore con il presidente di Lega Coop nazionale Mauro Lusetti e abbiamo convenuto sulla necessità come movimento cooperativo di battere un colpo e dire alle istituzioni, nel nostro caso della Regione Piemonte, per dire: coinvolgeteci in azione e progettazione del contributo che possiamo dare in maniera tale da rendere efficace il nostro apporto”. Il messaggio dal mondo delle imprese, sia sul fronte della produzione sia da quello del commercio, è chiaro. I tempi per una risposta non possono che essere brevi, anzi rapidi.

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