LOTTA AL COVID

Vaccini in fabbrica, mappa di Confindustria

Le aziende metteranno a disposizione i propri spazi per incrementale la rete predisposta dalla Regione Piemonte. Gay: "Il contributo del mondo produttivo alla campagna di immunizzazione"

Anche le imprese in campo contro il Covid. Da oggi a venerdì 19 marzo verrà disegnata la mappa degli spazi che le aziende potranno mettere a disposizione per incrementare la rete dei punti vaccinali. L’indagine, predisposta da Confindustria a livello nazionale, nasce nell’ambito del dialogo avviato con il Commissario Straordinario per la gestione dell’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo, con cui si sta lavorando a un protocollo che consenta di vaccinare anche sui luoghi di lavoro.

Le informazioni vengono raccolte attraverso un questionario, aperto anche alle imprese non associate a Confindustria, e saranno poi condivise con le autorità competenti. “Un segno tangibile del contributo che il mondo produttivo vuole dare per rafforzare la campagna vaccinale nazionale in questa delicata fase di emergenza – commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte –. In questi mesi abbiamo più volte manifestato la massima disponibilità delle nostre imprese e dei medici del lavoro che operano in azienda. Siamo certi che il territorio non mancherà all’appello”.

Nei giorni scorsi, proprio sullo Spiffero, avevano espresso la loro disponibilità a collaborare sia il numero uno di Federmeccanica Alberto Dal Poz sia il presidente di Novacoop Ernesto Dalle Rive. Vaccini nelle aziende e nei centri commerciali: una rete logistica di supporto pronta a mettersi al servizio fin da subito e, ancor più, quando la platea si allargherà oltre le attuali categorie. “Aprire le fabbriche, mettere a disposizione le proprie strutture è un comune sentire in ogni regione” sono state le parole di Dal Poz. “Credo sia inoltre necessario – conclude Gay – promuovere una campagna di arruolamento straordinaria che coinvolga tutte le figure professionali capaci di effettuare i vaccini, affinché si possa immaginare un ritorno alla normalità in tempi il più possibile ragionevoli”.