SOTTOGOVERNO

Caso consulenze Finpiemonte, vertici convocati in Regione

Presidente, cda e direttore in Commissione Bilancio dovranno spiegare la girandola di incarichi assegnati negli ultimi due anni. Dopo il faro acceso dalla Corte dei Conti, la vicenda approda a Palazzo Lascaris: "Necessario fare chiarezza", attacca il Movimento 5 stelle

Approda a Palazzo Lascaris il caso Finpiemonte e la mole di consulenze esterne affidate dalla finanziaria regionale, senza gara, per centinaia di migliaia di euro. Dopo il faro acceso dalla Corte dei Conti attraverso il giudizio di parifica sul Rendiconto dello scorso anno, il Movimento 5 stelle ha chiesto e ottenuto l’audizione dei vertici della società in Prima commissione lunedì prossimo. “Abbiamo già provveduto a effettuare una richiesta di accesso agli atti per ottenere tutti i documenti delle consulenze legali, dal 2014 ad oggi, comprensivi di natura dell’incarico, eventuale procedura comparativa espletata e oggetto dell’incarico” afferma in una nota il capogruppo pentastellato Sean Sacco.

Negli ultimi anni è il ricorso a professionisti esterni è aumentato sensibilmente, assieme alle competenze di un organismo che ha acquisito, con questa amministrazione regionale, sempre più poteri e autonomia. Se nel 2018 erano stati affidati 58 incarichi di collaborazione e consulenze, nel 2019 e 2020 gli affidamenti sono stati, rispettivamente, 97 e 109, con importi che variano dai 400 ai 40mila euro.

La questione era stata sollevata a metà marzo dallo Spiffero (LEGGI) dopodiché lo stesso Alberto Cirio era intervenuto per chiedere chiarimenti attraverso una missiva spedita dal direttore Paolo Frascisco. Ora è arrivata anche la Corte dei Conti e l’opposizione in aula chiede chiarezza. Una vicenda che diventa anche politica giacché non sfugge il sottile filo verde che – mentre la maggior parte delle Direzioni regionali vengono escluse dai processi decisionali – congiunge l’assessore alle Partecipate Fabrizio Ricca con il presidente di Finpiemonte Roberto Molina. Entrambi leghisti: il primo torinese, proveniente da una lunga gavetta in Consiglio comunale e oggi uomo forte del Carroccio nelle nomine di sottogoverno, il secondo alessandrino, tra i fedelissimi di Riccardo Molinari. Un interesse, quello della Lega per la cassaforte regionale, emerso anche in occasione della nomina del presidente di Finpiemonte Partecipazioni, in cui lo stesso Ricca ha imposto Francesco Zambon.

Per il M5s l’audizione di lunedì “sarà un momento necessario a fare chiarezza. La cassaforte della Regione è uno strumento fondamentale per il Piemonte e le sue imprese, non possiamo quindi tollerare opacità o situazioni controverse all’interno della plancia di comando”.