LA SACRA RUOTA

Tavares a Torino il 28 marzo, vertice con Cirio su Mirafiori

Fissato l'incontro tra il ceo di Stellantis e il governatore del Piemonte. "Fare sistema per il futuro industriale". Parteciperanno anche il sindaco Lo Russo e il presidente Elkann. Prima dell'appuntamento confronto con sindacati e associazioni datoriali

Sarà il 28 marzo, alle 18, l’incontro tra il governatore del Piemonte Alberto Cirio e l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares. Non si svolgerà a Parigi, quartier generale del ceo, come ipotizzato in un primo tempo, ma a Mirafiori, proprio nello stabilimento al centro del confronto. Saranno presente anche il presidente del gruppo John Elkann e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

“In questo momento storico di ripartenza e di programmazione con i fondi del Pnrr è fondamentale fare sistema per il futuro industriale di Torino e del Piemonte – sottolinea il presidente Cirio –. Per farlo dobbiamo lavorare insieme ai principali attori produttivi ed economici del nostro territorio. Nei prossimi giorni con il sindaco convocheremo tutte le organizzazioni confederali e di categoria per un confronto propedeutico all’appuntamento con Stellantis”.

Al tavolo del governo, che si è svolto la scorsa settimana, Stellantis aveva confermato gli impegni presi per Mirafiori ma non andando oltre il minimo sindacale. Nessun vero piano di rilancio, semmai la speranza che la 500E continui ad avere mercato per continuare a garantire ancora un po’ i volumi attuali. Al momento sono circa 320 i modelli che escono tutti i giorni dalle carrozzerie: a quanto pare la piccola di casa Stellantis continua ad avere mercato e reggerà questi ritmi almeno fino al prossimo anno. Entro l’anno partiranno Gran Turismo e Gran Cabrio e inizierà lo sviluppo della futura piattaforma elettrica Folgore del Tridente in attesa dei modelli full electric di Ghibli e Quattroporte. Grandi progetti che tuttavia non impediscono a una buona parte degli addetti di essere tuttora in cassa integrazione: è il caso dei circa cinquecento che erano stati dirottati alla produzione di mascherine durante la prima fase della pandemia.