VERSO IL 2024

"Lontani anni luce da un accordo".
Tra Pd e M5s incontro esplorativo

Dal tavolo del 4 gennaio non uscirà nessuna intesa. Anche perché non ci sarà Appendino (e sarà lei ad avere l'ultima parola). La capogruppo grillina Disabato conferma: "Parleremo di convergenze sui temi ma anche dei punti che ci dividono"

Ci si vede per capire se continuare a vedersi. L’incontro tra i segretari piemontesi di Pd e M5s, fissato di comune intesa con i rispettivi responsabili nazionali per il 4 gennaio, non è un passo in avanti verso l’alleanza tra i due partiti alle regionali in Piemonte. “È un confronto dovuto e importante, anche per verificare quali sono le convergenze sui temi ma anche i punti che ci dividono. Sarà un confronto ad ampio raggio, non ideologico ma esclusivamente sui temi”, spiega Sarah Disabato, capogruppo pentastellata a Palazzo Lascaris che con il suo omologo piddino Mimmo Rossi siederà al tavolo a cui prenderanno parte (non è ancora chiaro se in presenza o in remoto) Davide Baruffi, responsabile Enti locali della segreteria Schlein, e Paola Taverna, vice di Conte.

“Ci confronteremo sui temi, sulle questioni principali per il Piemonte, come sanità, trasporti, lavoro. Tutto quello che può essere sul tavolo per il bene dei cittadini – ribadisce Disabato –. Un confronto ad ampio raggio, non solo su quello che vogliamo per il Piemonte, le nostre proposte, ma anche su quello che è stato fatto negli anni, perché non si possono dimenticare certe scelte, certe prese di posizione”. Quanto alla scelta di un candidato, se mai si arrivasse a una sintesi fra i due schieramenti, Disabato ricorda che “le primarie non sono mai state un metodo di selezione dei nostri candidati, ma in ogni caso – aggiunge – siamo lontani anni luce dal parlare di nomi e candidature. In questo momento quello che ci interessa è parlare dei problemi del Piemonte. Il M5s – conclude la capogruppo e coordinatrice regionale M5s – lo ha sempre detto, davanti a tutto mette temi e programmi. E abbiamo sempre detto che non è una questione di nomi, la nostra, ma di contenuti. Non è stato il M5s a parlare di nomi o a iniziare un valzer su quelli”. Insomma, la strada del campo largo è piuttosto lunga e accidentata.