DIRITTI & ROVESCI

"Referendum contro la legalizzazione di Askatasuna". Fratelli d'Italia all'attacco di Lo Russo

Il partito di Meloni sfida il sindaco e il suo piano di istituzionalizzare il centro sociale più violento di Torino. Raccolta firme e petizione online. Montaruli: "Interrogazione al Ministro dell'Interno". Marrone: "Cirio valuti se proseguire la concordia istituzionale"

Neanche è stato approvato e c’è già chi vuole abrogarlo. Non si è fatta attendere la reazione di Fratelli d’Italia al piano del Comune di Torino di “istituzionalizzare” Askatasuna, centro sociale e covo dell’antagonismo cittadino, mente e braccio degli attacchi al cantiere Tav in Val Susa e non solo. “Contro il vergognoso progetto del sindaco Stefano Lo Russo raccoglieremo in piazza le firme per un Referendum abrogativo cittadino – annunciano dal Comune il vice capogruppo di Fdi Enzo Liardo e il consigliere Ferrante De Benedictis –. Chiediamo ai torinesi di appellarsi con noi al Comune di Torino affinché questa scelta scellerata sia bloccata. Per questo lanciamo anche una petizione online su Change.org, con la quale chiunque potrà far sentire la sua voce e dire no alla legalizzazione della violenza politica”.

Il piano è stato approvato questa mattina nella giunta comunale. La delibera porta la firma della vicesindaca Michela Favaro, lo strumento con il quale verrà recuperato lo stabile sito al civico 47 di corso Regina Margherita è il regolamento dei beni comuni approvato nel 2019 dalla maggioranza pentastellata di Chiara Appendino. Sono 27 anni che quei locali sono occupati e alla fine dello scorso anno è arrivata anche la certificazione dello stato di abbandono e incuria nel quale versano. La destra – e una parte delle forze dell’ordine – avrebbe preferito lo sgombero, il Comune ha scelto la linea morbida della collaborazione con un gruppo di cittadini che intende avviare un progetto di recupero. Sul centro sociale pendono due inchieste in svolgimento e un maxi-processo. Il primo fascicolo riguarda il rispetto delle norme antincendio nell’edificio che ospita il sodalizio, il secondo l’organizzazione non autorizzata di eventi musicali e culturali; in quest’ultimo ambito la Digos ha inoltrato numerose segnalazioni alla procura. Il maxi-processo, che riprenderà in autunno, è a carico di 26 imputati, 16 dei quali chiamati a rispondere di associazione per delinquere.

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“Se fosse vera la notizia della concessione di Askatasuna agli stessi occupanti che ne avrebbero fatto un presidio per studiare negli anni atti di inaudita violenza politica, saremmo di fronte alla più grave marcia indietro di una istituzione sul fronte della libertà, della democrazia e del pluralismo” dichiara la vicecapogruppo di FdI alla Camera Augusta Montaruli, che prosegue: “Mai una parola di pentimento o di scuse o di assunzione di responsabilità abbiamo ascoltato da Askatasuna. Ora il Comune di Torino non si faccia influenzare da persone eccellenti rendendo farsa un tema cruciale e fondamentale come l’antiviolenza. In attesa che emergano spiegazioni puntuali sui criteri di assegnazione dello stabile, presenteremo oggi un’interrogazione urgente al Ministero dell’Interno, che considerati gli evidenti problemi di ordine pubblico e sicurezza costantemente creati dal centro sociale non può essere ignorato”.

All’attacco anche l’assessore regionale di FdI Maurizio Marrone: “Da domani ogni volta che un agente di polizia sarà ferito in piazza dagli autonomi potrà ringraziare il Comune di Torino. Se davvero il sindaco Lo Russo scenderà a patti con la violenza politica di un gruppo sotto processo per associazione a delinquere come Askatasuna, allora porrò al presidente Alberto Cirio le inevitabili ricadute di natura etica sul prosieguo della concordia istituzionale”.

Rincara la dose il capogruppo in Sala Rossa Giovanni Crosetto: “Quello che è successo è vergognoso e lontano da ogni principio di legalità e di rispetto dello stato di diritto. Questo centro sociale occupa abusivamente un immobile di proprietà del Comune di Torino da 27 anni ed i suoi membri sono accusati di associazione a delinquere”.