Abruzzo: crollo M5s, il campo largo torna a stringersi

L’Abruzzo non è la Sardegna e il campo largo torna a stringersi. Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo, alfiere di uno schieramento che andava dai partiti del fu terzo polo al Movimento 5 stelle, ha sbattuto il naso contro un centrodestra che s’impone con il governatore uscente Marco Marsilio e spegne sul nascere le velleità di chi vedeva all’orizzonte una riscossa delle forze che si oppongono al governo di Giorgia Meloni. “Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo, perché era il suo triste passato. Il campo largo non sarà il futuro dell’Itala” sentenzia il trionfatore della serata.

Cosa farà Giuseppe Conte all’indomani del voto abruzzese? Difficile immaginare che rilanci quel campo largo che ieri ha visto crollare il suo partito, ridotto a una cifra, tra il 6 e il 7 percento (nel 2019, correndo da solo, aveva sfiorato il 20). E così torna in bilico l'alleanza in Basilicata, mentre l'accordo in Piemonte sembra ormai pronto per essere definitivamente accantonato.

A mancare è stata quella spinta in più che Elly Schlein ha cercato durante il tour che l’ha portata a percorrere la regione in lungo e in largo. Così come ha fatto anche Giuseppe Conte, d’altra parte. I due però si sono ben guardati dal farsi vedere assieme sullo stesso palco. Così come avevano fatto anche in Sardegna, prima dell’exploit, seppur di misura, di Alessandra Todde. In quell’occasione, la scelta ha premiato: Todde ha cercato di non prestare il fianco agli attacchi di quanti l’accusavano di essere una candidata imposta da Roma, frutto di trattative sul tavolo nazionale.

print_icon