CONTI & CASSA

Spalmadebiti, apertura del Mef. Ma si deciderà solo a fine mese

Missione più diplomatica che operativa quella dei direttori della Regione Piemonte, dopo la bocciatura della Consulta. A stabilire importo e durata delle rate sarà il tavolo tecnico del 31 luglio. Sempre più probabile la parifica con riserva del bilancio sanità 2023

La disponibilità del Mef a rivedere con la Regione Piemonte il piano per il ripianamento dei debiti della Sanità piemontese c’è, ma la parola definitiva con tempi e cifre messi nero su bianco arriverà soltanto il prossimo 31 luglio dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali.

È l’esito della missione, a questo punto più diplomatica che operativa, dei direttori regionali di Sanità, Antonino Sottile e Bilancio, Giovanni Lepri, che stamane hanno varcato il portone del dicastero retto da Giancarlo Giorgetti per uscirne alcune ore dopo. Come anticipato nei giorni scorsi dallo Spiffero, la trasferta romana dei due alti dirigenti regionali è una delle ultime tappe di un accidentato percorso incominciato lo scorso anno con la modifica “unilaterale”, attuata dalla Regione nella legge finanziaria, dei tempi e dell’ammontare delle rate rispetto al piano concordato all’epoca dalla giunta di Sergio Chiamparino e il ministero nell’ambito della procedura per l’uscita dal piano di rientro. Una modifica contro la quale, appena un mese dopo il Governo avrebbe agito con l’impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale che, a sua volta, ha dato ragione all’esecutivo cassando la norma regionale e, di fatto, riportando tutto alla vecchia legge. Un garbuglio non senza conseguenze, a partire dal bilancio della sanità dello scorso anno che ha visto uscire dalle casse regionali un importo minore rispetto a quello stabilito dalla legge tornata in vigore.

A dispetto delle troppo tranquillizzanti previsioni dell’assessore al Bilancio Andrea Tronzano (riconfermato nel ruolo all’interno della nuova giunta) circa la possibilità di trovare una soluzione prima della sentenza, la decisione della Consulta è arrivata con tutto il suo carico di ripercussioni. Da qui la necessità di uscire dall’impasse, confidando nella disponibilità del Mef ad accogliere alcune proposte che possano portare a una mediazione tra la norma originaria e quella bocciata, quindi non riproponibile. Il clima di fiducia che ha segnato i giorni precedenti la missione odierna non sarebbe stato smentito nel corso dell’incontro romano, anche se i dettagli e lo schema esatto su cui riscrivere entro la fine dell’anno la nuova legge regionale arriverà solo a fine mese. 

Fonti della Regione riferiscono di una “riunione importante che ha evidenziato la volontà di Mef e Regione di condividere un nuovo testo in sostituzione dell'art. 14 della l.r. 24/2016, così come del resto suggerito dalla Corte Costituzionale, esercitando la possibilità che la Regione Piemonte e lo Stato addivengano a un nuovo accordo sul complessivo programma di restituzione delle somme”.

Fiducia nell’esito positivo della trattativa, ma a ben vedere il rinvio al 31 luglio appare anche una sorta di imprevisto. Negli uffici finanziari della Regione, ancora pochi giorni fa, si parlava della riunione di oggi come quella da cui sarebbe uscito un accordo definito. Questo anche perché dopodomani è fissata alla sezione regionale della Corte dei Conti l’udienza di parifica del bilancio 2023, quello su cui grava l’incognita della rata ridotta in virtù della legge poi annullata dalla Consulta. E il proposito era proprio quello di arrivare all’appuntamento di dopodomani con l’accordo con il ministero e una bozza della futura legge. 

A questo punto, visto che tutto dovrebbe essere deciso al tavolo tecnico del 31 luglio, appare sempre più probabile l’ipotesi, di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi, di un’approvazione della parifica da parte della magistratura contabile, ma con riserva. Pronta a essere sciolta se e quando dal Mef il Piemonte uscirà con date e numeri certi.