Berlusconi al telefono detta la linea
17:20 Lunedì 30 Dicembre 2013 3Il Cavaliere decaduto chiama durante la riunione dei (pochi) aficionados riuniti a Torino. Nessun accenno alla situazione politica locale, ha attaccato la sinistra e il Governo: "Forza Italia e i club pilastri per le prossime elezioni". Vertici ancora acefali
Ciò che non manca in Forza Italia è la linea, se non politica, di certo quella telefonica. Sempre attiva ultimamente dall’apparecchio di Silvio Berlusconi, il Cavaliere decaduto, che nel pomeriggio ha intrattenuto per oltre mezz'ora il manipolo di aficionados, amministratori e militanti dei club Forza Silvio, accorsi per un brindisi di fine anno all’hotel Nh Ambasciatori di corso Vittorio a Torino. E se una telefonata in questo caso non basta ad allungare la vita - «sono un po’ anzianotto» ha ammesso il capo, salvo aggiungere che non intende affatto mollare - di certo è servita per scaldare l'umore dei fedelissimi accorsi in suo nome. «Sono un vecchietto ma non posso permettermi di finire la mia avventura umana, imprenditoriale, da uomo di sport e da uomo di Stato come un perdente quindi mi butterò dentro questa follia con tutta l'energia di cui sono ancora capace per dare al mio Paese un governo liberale che garantisca tutti quei diritti che oggi non sono garantiti».
Non proprio una folla oceanica, va detto, una cinquantina di persone, a contarli due volte, tra le quali il leader di Forza Italia in Piemonte, Gilberto Pichetto Fratin, vicepresidente della giunta regionale e ormai vero governatore ombra, l’ex sottosegretario a qualcosa Mino Giachino, nella veste di gran cerimoniere, i consiglieri provinciali Nadia Loiaconi, Ettore Puglisi e Carlo Giacometto, l’unico esponente della Sala Rossa rimasto sotto le insegne berlusconiane, Andrea Tronzano e, in rappresentanza dei giovani forzisti, il consigliere di circoscrizione Davide Balena.
Il copione è più o meno il solito, rodato da decine di interventi, recitato qualche ora prima nel corso di un colloguio con il direttore del Tg5, Clemente Mimun: la crisi economica, la forza di Cina e India (e persino l'Albania) dove la burocrazia non attanaglia imprese e famiglie, la sfiducia degli italiani, l’incapacità di questo governo di cambiare le cose, la legge elettorale, sul modello bipolare americano, la sua volontà di non abbandonare il campo, per uscire dalla scena politica da vincitore. «Forza Italia resta l’unico baluardo per fermare le nuove tasse della sinistra. Io sono l’unico ostacolo alla conquista del potere da parte della sinistra. Contro di me c’è stata una vendetta giudiziaria per aver impedito alla sinistra di prendere il potere», ha tuonato. Tuttavia «la gente nutre ancora molto affetto nei miei confronti. In questi giorni ho ricevuto molte testimonianze di vicinanza. A sinistra, gira e rigira, torna sempre a galla l’idea della patrimoniale e di nuove tasse».
E ha mostrato di avere idee chiare sulla strategia: «Quelli del M5S sono contattabili perché non hanno un’antica affezione a questo Movimento, che è nuovo e soprattutto perché sono molto delusi e disgustati dai parlamentari che Grillo ha mandato alle Camere e sono delusi del loro comportamento». Secondo i sondaggi vi è un’ampia area ancora non schierata: «Oggi dicono che il 40-41% è fatto da persone disgustate, deluse, indecise che non vogliono andare a votare e se lo faranno lasceranno nell'urna una scheda bianca; il restante 60% è grossomodo diviso tra tre fasce: noi, il Pd, M5s».
Per cambiare l’Italia «il solo mezzo è una follia lungimirante e visionaria. Dobbiamo essere folli, inventare un sistema per avere la maggioranza assoluta. Solo così - ha detto - si potranno cambiare la Costituzione, l’assetto dell’architettura istituzionale, dare al presidente del Consiglio i poteri che hanno i suoi colleghi dei Paesi occidentali ed al consiglio dei ministri il potere di usare il decreto legge. E, soprattutto - ha concluso Berlusconi - si potrà dare agli italiani il diritto di eleggere direttamente il Capo dello Stato, mentre fino ad adesso è stato eletto dalle segreterie dei partiti. Con una rivoluzione così finalmente l’Italia diventerà un Paese governabile». Il Cavaliere ha parlato a tal proposito di “miracolo, follia, sogno”, citando, come agli inizi, Erasmo da Rotterdam.
A chi si aspettava direttive precise sulla struttura e i compiti all’interno della galassia berlusconiana è rimasto deluso: ancora rimandata la nomina dei coordinatori regionali, quanto ai club Forza Silvio, circa 300 in tutto il Piemonte, per ora nessuna indicazione su come integrarsi con il partito, a parte la definizione di “sentinelle del voto” tanto cara all’ex premier. «La novità – ha ribadito – non si misura dall’anagrafe, ma sulle idee». Forza Italia e Club Forza Silvio «sono due realtà che cammineranno assieme». Brindisi finale e “buon anno a tutti”.