CENTRO (A) SINISTRA

Schema renziano per la Città metropolitana

Ncd incontra i vertici del Partito democratico per allargare le intese anche in chiave subalpina, ma taglia fuori i suoi rappresentanti in Sala Rossa (che non la prendono bene). C'è ancora tempo per trattare: le elezioni slittano al 12 ottobre

A Roma governano insieme, a Torino tengono un canale sempre aperto. Mentre Silvio Berlusconi torna prospettare un centrodestra unito sotto la sua corona, gli alfaniani si sentono ormai molto più che una costola del centrosinistra, forse tutto lo sterno. E così le intese si allargano anche in terra subalpina in vista della costituenda città metropolitana. Lunedì scorso allo stesso tavolo c’erano il coordinatore piemontese Enrico Costa, l’ormai suo braccio destro Valerio Cattaneo e il commissario dell’Udc in terra allobroga Giovanni Barosini da una parte e i segretari regionale e provinciale del Pd Davide Gariglio e Fabrizio Morri: al centro della discussione la Città metropolitana e un’eventuale convergenza degli alfaniani nella lista di centrosinistra, che garantirebbe al podestà Piero Fassino una maggioranza ancor più solida di quella che ha nel suo Consiglio comunale, aggiungendo un'altra ferita sul corpo di un centrodestra già lacerato alle ultime Regionali.

 

Nessuna decisione è stata presa ma il canale è ormai aperto e le trattative parrebbero ben indirizzate. Unico ostacolo? Quegli amministratori che alle elezioni saranno chiamati a votare, i quali non avrebbero preso bene la decisione di tagliarli fuori. A partire dai consiglieri comunali di Torino, che grazie al voto ponderato sono i più forti: ma come? Si parla di Città metropolitana e per noi vanno a trattare un cuneese, uno di Verbania e un altro di Alessandria, sarebbe stato il ragionamento della pattuglia in Sala Rossa, capitana da Enzo Liardo e formata, inoltre, da Paolo Greco Lucchina, Silvio Magliano e Michele Coppola. Saranno loro decisivi in questa competizione (grazie al voto ponderato la preferenza espressa da un consigliere di Torino vale fino a 800 volte quella di un amministratore del comune più piccolo) e alcuni paiono decisamente refrattari a un accordo con la stessa coalizione cui si oppongono nell’aula del Comune di Torino. Una buona notizia per i pontieri subalpini arriva invece da Roma dove il Parlamento ha dato il via libera allo slittamento delle elezioni di secondo livello dal 28 settembre al 12 ottobre.