PALAZZO LASCARIS

“Ritroviamo il lume della Regione”

Un summit di tutta la maggioranza per rilanciare programma e azione di governo in Regione. Lo chiede il chiampariniano Giaccone in una lettera indirizzata ai colleghi. Il governatore è preoccupato dalla tenuta del gruppo Pd e corre ai ripari

Più che scosse di assestamento, quelle che fanno tremare dalle fondamenta via Masserano, sembrano preludere a una catastrofe. E allora meglio attrezzarsi e rendere il più possibile sicuro Palazzo Lascaris. Così, mentre il sismografo calibrato sul Pd, dopo il tranquillizzante responso su Sergio Chiamparino e la prosecuzione della legislatura, registra picchi sinistri sui consiglieri dem eletti a Torino (su cui pende la spada della decadenza), ecco un altro segnale.

 

Arriva da un uomo molto vicino al governatore e interprete di quella linea differenziata e differenziante dal Pd quel tanto che basta, riferimento di un elettorato di centrosinistra ma non per forza organico al partito, la stessa – insomma – che nei giorni dell’attesa del verdetto del Tar era stata da accarezzata apertamente dal governatore, aprendo scenari di una possibile corsa solitaria in elezioni che, poi, non ci sarebbero state. Di quella linea, incarnata dalla lista del Monviso, Mario Giaccone è interprete e sostenitore. Come lo è, altrettanto spesso, del pensiero dello stesso Chiamparino. Anche per questo il messaggio che Giaccone lancia con una missiva indirizzata a tutti i colleghi della maggiorana assume un’importanza da non sottovalutare, soprattutto in questo momento in cui la fibrillazione nel Pd, specie a Torino, è a livelli massimi. “Convocare al più presto un incontro comune che ci veda tutti riuniti per un rilancio dell’attività legislativa e politica – scrive Giaccone -. Un momento di programmazione che definisca il nostro percorso fino all’autunno e che confermi ancor più forte la nostra unità, il Pd e tutti gli altri partiti della maggioranza insieme”.

 

Chiamparino non è più sulla graticola, ma ci restano con il rischio di bruciarsi e dover mettere in conto l’abbandono delle loro poltrone tutti i torinesi che stanno in consiglio regionale:  dal presidente di Palazzo Lascaris Mauro Laus, al capogruppo e segretario regionale del partito Davide Gariglio, continuando con l’assessora Gianna Pentenero, e i consiglieri Nino Boeti, Andrea Appiano, Raffaele Gallo, Elvio Rostagno e Daniele Valle. Proprio di fronte a questa eventualità, ma anche qualora non dovesse concretizzarsi, per far fronte alla necessità di cambiare passo, Giaccone lancia la sua proposta-esortazione: “Rinsaldare la maggioranza”. Come? Per incominciare con l’invito che il consigliere della lista Chiamparino lancia a tutti i colleghi della coalizione a dar vita a un momento di confronto, magari di natura seminariale, sui contenuti e sull’azione di governo della Regione.

 

Spende parole di fiducia e di speranza, Giaccone  per  gli otto a bagnomaria: “dopo che il Tar ha pienamente legittimato questa maggioranza a continuare la sua opera di governo e il Presidente, che pure nel caso di dubbio avrebbe fatto un passo indietro, ha ripreso con decisione le redini della situazione  – afferma -. Rimangono sospesi gli aspetti legati alla lista di Torino ma siamo fiduciosi che la vicenda si risolva positivamente in tempi brevi per liberarci tutti dall'incertezza e siamo solidali con i colleghi incolpevolmente coinvolti”. Ma anche se tutto dovesse andare come auspicato, per Giaccone e, viene da pensare, per lo stesso suo mentore governatore, una sterzata ci vuole eccome. Meglio dunque approfittare della circostanza. Già, perché se la vicenda delle firme rischia di provocare ulteriori divisioni e implosioni nel Pd, la maggioranza allargata a Palazzo Lascaris allargata a tutti gli alleati potrebbe rappresentare la diga provvidenziale per evitare un diluvio disastroso.

 

Non solo. Fino a ieri, quando ancora tutto, incominciando da nuove consultazioni, era in ballo, anche il più piccolo mal di pancia di un consigliere rispetto all’azione della giunta, ma anche ad alcuni atteggiamenti della stessa – incominciando dalle delibere passate sopra la loro testa – era contenuto negli spasmi dell’attesa per conoscere il destino della legislatura (e della propria). Adesso l’aria potrebbe cambiare ed è meglio far sì che non accada portando venti di tempesta. “La maggioranza deve avere la possibilità di affrontare e proporre ai cittadini temi importanti, discutendone, affrontandoli non solo nel pur necessario spirito di rimediare ad errori di altri nel passato e salvare la barca, ma facendo politica guardando all’orizzonte più lontano e con maggiore sicurezza”. Un impegno che, spiega Giaccone allo Spiffero – “i nostri elettori e tutti i piemontesi si attendono da noi”.

 

Un ruolo quello in cui si propone Giaccone di (rin)saldatore del centrosinistra Regione, perché come scrive ai colleghi “adesso ancora più di prima abbiamo bisogno di ogni componente del nostro schieramento e dell’unità che, coniugata alla solida figura del Presidente, conduca la nostra Regione fuori dalle secche in cui  si trovava nel 2014”. Nulla in antitesi con gli Stati Generali annunciati da Chiamparino quando ancora non si conosceva la sentenza del Tar, piuttosto “un contributo a questi” chiarisce il consigliere. Che a scanso di equivoci chiarisce subito come questa iniziativa, se verrà accolta, non potrà esaurirsi in un paio d’ore di dibattito di maniera. “Prendiamoci anche un’intera giornata, ma discutiamo del futuro della nostra azione di governo, dei temi che vanno affrontati non come emergenze ma come oggetto di un programma politico: dal lavoro al welfare, alla sanità, ai trasporti…”. Perché, in fondo, se la casa del Pd a Torino scricchiola, meglio ripararsi a Palazzo Lascaris.