CAPITALISMO MUNICIPALE

Fassino, l’uovo di Colombo per Iren

Per la successione di Profumo il sindaco punta sull'ex presidente Enel. Un "non torinese" per far saltare la lottizzazione dei campanili (e guadagnare qualche altra poltrona). Fine corsa per i chiampariniani Dealessandri, Magnabosco e Torresin

Come sottrarre Iren dalle beghe campanilistiche che per lungo tempo ne hanno contrassegnato (e funestato) gli assetti? Nominando al vertice un professionista di vaglia, in nessun modo (o quasi) ascrivibile a una delle municipalità che compongono il nocciolo duro della compagine azionaria. Questo è l’uovo di Colombo che pare abbia escogitato Piero Fassino in vista del rinnovo degli organi della multiutility. E Colombo di nome fa Paolo Andrea, è milanese, classe 1960, e presenta un pedigrée ineccepibile: studi e docenze alla Bocconi, una lunga lista di incarichi (da Alitalia a Mediaset, da Ge a Humanitas), nella quale spicca la presidenza dell’Enel dal 2011 al 2014. Inoltre, la cosa non guasta, segue per conto del sindaco di Torino alcuni dossier relativi a Iren. Con ogni probabilità sarà proprio Colombo il successore di Francesco Profumo, designato da Fassino che vuole in tal modo segnare una tappa fondamentale in quel processo di provincializzazione di una società chiamata a sfide sempre più ampie e che per questo deve essere il più possibile svincolata dalle lottizzazioni di strapaese. Il nome di Colombo non compare nell’elenco di coloro che hanno già fatto pervenire a Palazzo Civico la candidatura, ma è probabile che possa spuntare nelle prossime settimane. Soprattutto dopo aver affrontato (e risolto) la propria posizione che, al momento, potrebbe presentare qualche problema di incompatibilità per via della presidenza di Saipem. Appunto, “al momento”, conferma il nostro insider. 

 

Fassino, inoltre, è intenzionato a staccare la spina al vecchio establishment chiampariniano. Quasi certamente salterà l’ex vicesindaco Tom Dealessandri, da sempre vicino a Sergio Chiamparino, innanzitutto perché, essendo in pensione, la sua conferma andrebbe a cozzare con le ultime norme sulla pubblica amministrazione (motivo per cui anche l’ex ad di Fiat Paolo Cantarella parrebbe fuori dai giochi) e poi perché non è mai riuscito a entrare in sintonia con l’attuale primo cittadino, che a cinque anni dal passaggio di consegne con il suo predecessore ritiene di aver estinto ogni conto in sospeso o  eventuali debiti.

 

Una delle principali incognite in Iren, in vista dell’assemblea del 22 aprile, è il peso che avranno i fondi. Stante gli attuali rapporti di forza, le minoranze fuori dal patto di sindacato hanno diritto a 2 consiglieri di amministrazione su 13. Posti che finora sono stati utilizzati come camera di compensazione tra la politica e i poteri forti, che infatti vi avevano piazzato Augusto Buscaglia, espressione della galassia di Intesa Sanpaolo, e Franco Amato, propaggine della fondazione Crt. Se, come altamente probabile, i fondi sono in grado di trovare un accordo tra loro e di arrivare con una proposta blindata al proprio interno allora faranno man bassa e otterranno quelle due poltrone: non mancano i precedenti, come quando il torinese Paolo Peveraro venne silurato dal collegio dei revisori dei conti.

 

Fosse per Fassino le nomine sarebbero tutte rimandate a dopo le elezioni: vuoi mettere fare campagna elettorale con un pletora di manager, amministratori e questuanti di ogni estrazione al tuo fianco che si sentono tutti presidenti, consiglieri e revisori dei conti in pectore? “Se c’è da scontentare qualcuno meglio farlo dopo le urne, a risultato acquisito” ragiona un suo collaboratore. Ci sono, però, almeno due grosse partite che il sindaco dovrà chiudere a breve, per questioni prettamente tecniche. La prima è quella ormai arcinota della Compagnia di San Paolo, che secondo i beninformati dovrebbe risolversi entro una decina di giorni, con l’incoronazione di Francesco Profumo al vertice. L’altra è relativa a Amiat e Trm di cui Iren detiene l’80% delle quote. Il 15 marzo, infatti, è previsto un cda di Iren per discutere il progetto di bilancio di esercizio e il consolidato al 31 dicembre 2015. Vuol dire che entro quella data sia l’azienda della raccolta rifiuti che l’inceneritore dovranno presentare i propri consuntivi, innescando l’iter per la nomina dei nuovi amministratori. A cavallo tra aprile e maggio è probabile che si proceda con il rinnovo dei cda di Amiat e Trm, dove il primo cittadino parrebbe intenzionato a chiudere l’era di Maurizio Magnabosco e Bruno Torresin, da molti considerati ormai due residuati bellici dell’era chiampariniana.